Alcaraz, l’anno si chiude col botto: quello che è successo ha dell’incredibile e Sinner ne è stato testimone diretto.
Quindici anni. Tanti ne aveva Carlos Alcaraz quando, per la prima volta, varcò i cancelli dell’Accademia di tennis fondata e gestita da Juan Carlos Ferrero. Tutti, allora, erano già consapevoli del suo talento. Ma era troppo presto per immaginare dove sarebbe arrivato e quanto presto lo avrebbe fatto.
A Villena, dove si trova la struttura dell’ex numero 1 del mondo, il fenomeno di Murcia non si limita ad allenarsi. Carlitos lì ci vive, nel poco tempo che gli resta tra un torneo e l’altro. Suo è uno dei bungalow con vista sui campi che si trovano entro il perimetro dell’Accademia. Un edificio molto modesto, discreto, ma a portata di rete per tutte le volte che, improvvisamente, gli vien voglia di provare un colpo nuovo. E uno di quei campi, da questo momento in poi, gli sarà particolarmente caro. Perché, da qualche giorno a questa parte, porta addirittura il suo nome.
È in questo modo, originale e sicuramente apprezzatissimo, che Ferrero e il resto del team hanno deciso di rendere omaggio al pupillo di casa, al giovane tennista che è cresciuto in quell’area e che tante soddisfazioni ha regalato loro. La cerimonia di scopertura della targa è coincisa, guarda caso, con l’allenamento di lusso a porte chiuse che ha visto coinvolti, nell’ultimo giorno dedicato alla preparazione invernale, Carlos Alcaraz e il suo amico e rivale Jannik Sinner.
“Pista Carlos Alcaraz”, si legge sulla targa che fa bella mostra di sé, adesso, su di un piccolo blocco roccioso posto all’ingresso del campo centrale dell’Accademia di Villena. Nulla di troppo pomposo ma, al contrario, semplice. Semplice come, d’altra parte, è il giovane tennista dei record.
Il numero 2 del mondo ha già vissuto emozioni ben più travolgenti di questa, ma era comunque giustamente commosso. Ed era emozionato pure il suo competitor altoatesino, che ha tirato fuori il suo smartphone per girare un video integrale della cerimonia, gongolando e sorridendo perché fiero, evidentemente, dei traguardi raggiunti dal suo amico. Non capita esattamente tutti i giorni che ad un atleta venga riconosciuto un tributo così importante, e chissà che presto non possa toccare anche allo stesso Jannik.
Dopo la commovente cerimonia e le parole di Ferrero, con tutore a vista perché reduce dall’intervento che gli impedirà di accompagnare Carlitos in Australia, i due ragazzi sono tornati in campo per assolvere ai propri doveri. Un piccolo assaggio di una rivalità appassionante che terrà banco, ne siamo certi, anche in occasione della prossima stagione.
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