Il clamoroso trionfo di Novak Djokovic a Parigi 2024 ha rivoluzionato le gerarchie nel circuito ATP: Sinner e Alcaraz ora tremano.
Non lo avrebbero mai ammesso davanti alle telecamere, ma probabilmente lo hanno pensato. Non ci avrebbero mai creduto, ma poi hanno dovuto fare i conti con la resilienza e la forza di volontà di un fuoriclasse infinito, che finché calcherà i campi del circuito, venderà sempre cara la pelle.
Accreditati di essere i futuri dominatori del tennis mondiale – i veri eredi, sebbene siano solo in due, dei Big Three di cui lo stesso Novak Djokovic ha fatto parte – Jannik Sinner e Carlos Alcaraz pensavano di fare corsa di testa senza dover fare i conti con improbabili ritorni di vecchi (anagraficamente parlando) fuoriclasse destinati prima o poi a calare. Macché.
E dire che entrambi i giovani fenomeni generazionali avrebbero anche avuto degli indizi in tal senso. Il campione altoatesino aveva battuto e in taluni casi dominato il campione di Belgrado nelle ultime uscite, mentre il 21enne spagnolo aveva sconfitto nettamente il serbo nell’ultima finale di Wimbledon.
Ciò che è accaduto sul mitico Philippe-Chatrier nella finale per l’oro olimpico ha cambiato nuovamente le carte in tavola: Djokovic c’è. Djokovic è tornato. E non pare avere alcuna intenzione di abdicare. ‘Mai sottostimare il cuore di un campione’, dice un vecchio adagio di matrice statunitense. Mai come in questo caso, l’aforisma calza a pennello per la situazione.
Djokovic, parla l’esperto: “Grande sete di competere”
Intervenuto durante lo show ‘Sans Filet’ su Winamax TV l’esperto analista Benoit Maylin ha analizzato con attenzione la situazione mentale e fisica del 24 volte campione Slam. Ne è uscito un quadro che non può lasciare esattamente tranquilli Sinner e Alcaraz, che dovranno presumibilmente ancora fare i conti col ‘cannibalismo’ del fenomeno slavo.
“Credo che in questo momento Djokovic non abbia nulla da dimostrare e che questo lo rende ancora più pericoloso. Ha una grande sete di competere e fisicamente sembra un tennista di 27 anni non di 37“, ha esordito.
“Penso che abbia ancora tre obiettivi: vincere il 25esimo Slam, battere il record dei 108 titoli di Connors (lui al momento è a quota 99) e infine, perché no, magari provare a vincere un’altra medaglia a Los Angeles quando avrà 41 anni. Dirlo adesso sembra impossibile ma questa parola non esiste nel vocabolario di Novak Djokovic“, ha concluso Maylin profetizzando di fatto una rinnovata competitività del fuoriclasse nei prossimi prestigiosi appuntamenti del circuito ATP.