Agli Internazionali di Roma regna il caos più assoluto: ne stanno succedendo di tutti i colori, ecco il motivo.
Indipendentemente dall’assenza di Jannik Sinner, l’edizione ancora in corso degli Internazionali d’Italia è senza ombra di dubbio destinata a passare alla storia. In termini di vendite e di guadagno, Roma ha battuto, infatti, qualunque record possibile e immaginabile. I biglietti erano andati a ruba già in fase di prevendita, perché tutti sognavano di godersi dal vivo l’ascesa definitiva del campione azzurro per eccellenza.
Al Foro Italico, ahinoi, non è successo nulla di tutto ciò. L’altoatesino non c’era e i sogni di gloria dei tifosi, accorsi a Roma per vederlo giocare senza schermi a fare da filtro, sono andati ad infrangersi contro un amarissimo destino. Resta il fatto, però, che il villaggio capitolino del tennis non sia mai stato più pieno di così. Che se da una parte è bello, perché rappresentativo del fatto che l’amore degli italiani nei confronti di questo sport si sia riacceso, da una parte non lo è. Perché al Foro, e chi c’è stato lo sa bene, c’è un caos di quelli mai visti.
Come riferisce il quotidiano Libero, non è stato posto alcun limite alla vendita dei biglietti della categoria Ground, una sorta di pass che permette ai visitatori di girare il villaggio in lungo e in largo. Sono off limits, per chi è in possesso di questi biglietti, solo i due campi principali, ovvero il Centrale e la Grand Stand Arena, il cui accesso è un tantino più costoso. Peccato solo, appunto, che siano stati venduti talmente tanti di quei ticket che si fa fatica anche solo a passeggiare, figurarsi a trovare un posto a sedere nelle tribune dei campi secondari.
Sabato scorso il Foro ha fatto il boom: quasi 29mila persone hanno varcato i cancelli per la sessione diurna e poco meno di 8 mila sono accorsi per quella serale. Al mattino, però, come facilmente intuibile, ne sono successe di tutti i colori.
I visitatori urlavano “Aprite, aprite” nella vana speranza che qualcuno permettesse loro di entrare nei campi secondari. Ignorando, evidentemente, che gli spalti erano già pieni e che i 30 euro spesi non avrebbero permesso loro di vedere alcunché. Al massimo di godere, che comunque non è poco, dello spettacolo offerto dal Foro stesso. Centrale e Grand Stand, di contro, erano semideserti.
Per accedere al primo, in sessione diurna, sarebbero occorsi almeno 100 euro in più, cifra che non tutti hanno voluto spendere anche alla luce dell’assenza, appunto, di colui il quale sarebbe stato protagonista assoluto, se non fosse stato per il problema all’anca.
Un’edizione da record, dunque, sì, ma con qualche falla logistica di troppo. Fortuna che tutto fa brodo e che anche gli errori serviranno per mettere in piedi, il prossimo anno, degli Internazionali perfetti in tutto e per tutto, degni del gladiatore di San Candido.
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