Dopo la vittoria in Coppa Davis dell’Italia del tennis, si è acceso uno scontro a sorpresa tra Binaghi e Malagò: botta e risposta
La Coppa Davis è tornata a casa, 47 anni dopo l’ultima volta, e ormai non è una novità. Il tennis italiano, guidato da Jannik Sinner, infatti, a Malaga domenica ha raggiunto il traguardo più ambito, ovvero la coppa del mondo delle racchette.
Tutti, o poco ci manca, hanno potuto gioire di questo trionfo. Chi lo ha conquistato, certo, come il tennista numero 4 al mondo, ma anche i suoi compagni di avventura, quindi Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli, chi non è sceso in campo, come Matteo Berrettini (comunque presente nella spedizione spagnola), chi ha scelto chi doveva esserci, il capitano Filippo Volandri, chi guida il movimento, il presidente della Federtennis italiana, Angelo Binaghi, e tanti tanti italiani, tra i quali figura anche il numero uno del Coni, Giovanni Malagò. Ecco, proprio al presidente dello sport italiano si è rivolto l’ex tennista sardo in un’intervista a Sky dopo la vittoria della Coppa Davis.
Dopo aver raccontato di come il tennis italiano è arrivato a questo successo, non dimenticando di citare anche uno che per anni ha fatto grande lo sport con la racchetta come Fabio Fognini, Binaghi ha lanciato una frecciata molto velenosa contro Malagò: “Una dedica – ha detto ai microfoni di Sky – la voglio fare a lui, che in questi mesi non ha mai trovato il tempo di farci i complimenti per quello che stavamo facendo”.
E ancora: “Da lui mai un elogio, che caduta di stile. Credo che ora il tempo lo troverà”, ha concluso il numero uno della Fitp riferendosi ancora al presidente del Coni, lo stesso presidente che ha poi risposto alle accuse. Durante il convegno organizzato a Milano da Rcs Academy e Corriere della Sera, ‘Sport industry talk’, Malagò ha prima precisato di aver fatto i complimenti a Binaghi di persona, poi ha contrattaccato, ma a modo suo: “Se uno casca nell’errore di seguire queste provocazioni si fa un danno allo sport”, sottolineando anche che in questa maniera si rischia di far passare in secondo piano gli atleti.
Il numero uno del Coni ha anche detto: “Non penso serva commentare ancora, nella vita bisogna volare alto e se lo si fa non c’è niente di peggio di finire in questa palude”. Chissà, però, se Binaghi risponderà ancora, o se si potrà mettere la parola fine, godendoci tutti, e per davvero, questa gioia chiamata Coppa Davis.
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