Il primo Mondiale per club, a cui l’Inter si è già qualificata, sta creando delle polemiche non da poco per la Fifa
Dal 15 giugno al 13 luglio del 2025, negli Stati Uniti d’America, prenderà il via il primo Mondiale per club, il torneo targato Fifa in cui si sfideranno 32 squadre, 12 delle quali arriveranno dall’Europa. Oltre alle vincitrici delle ultime quattro edizioni della Champions League, e quindi il Chelsea, il Real Madrid e il Manchester City, hanno staccato il pass per gli Usa anche il Bayern Monaco, il Paris Saint-Germain, l’Inter, il Benfica e il Porto. All’appello ne mancano quattro, una delle quali dovrebbe arrivare dall’Italia.
In lizza per l’ultimo posto, ci sono soprattutto il Napoli e la Juventus, con i bianconeri in vantaggio sui campioni d’Italia in carica che nell’urna di Nyon hanno pescato il Barcellona, ma anche la Lazio – solo nel caso in cui dovesse vincere la coppa dalle grandi orecchie, difficile considerato che agli ottavi di finale dovrà affrontare, come due anni fa, il Bayern Monaco.
Al di là, però, di quelle che sono le squadre che avranno la possibilità di scendere in campo, e guadagnare tanti soldi, al Mondiale per club, ci sono dei problemi che sono stati sollevati direttamente dalla Fifpro, l’associazione mondiale dei calciatori.
La Fifpro contro il Mondiale per club: “Non garantisce la salute dei calciatori”
In una nota apparsa sul proprio sito, l’associazione ha spiegato che la Fifa “senza implementare ulteriori misure di salvaguardia del carico di lavoro dei giocatori dimostra una mancanza di considerazione per la salute mentale e fisica dei giocatori partecipanti, così come un disprezzo per la loro vita personale e familiare”.
Nello specifico, ciò che denunciano dalla Fifpro è che mancherebbero i tempi di recupero tra la fine della stagione 2024/2025 e l’inizio della nuova competizione voluta da Gianni Infantino, sconvolgendo quindi anche i campionati nazionali e internazionali.
Per quanto riguarda i numeri, poi, si potrebbe arrivare tranquillamente a 80 partite tra club e nazionali, che sarebbero il 10% in più rispetto alle tante che già si giocano al momento.
Il sindacato, quindi, si è anche lamentato del fatto che gli stessi protagonisti sul campo non sono stati ascoltati a sufficienza dalla Fifa nonostante nel marzo del 2023 avesse dato il via libera per una discussione in tal senso.