Un vero e proprio scandalo si abbatte in Formula 1. Incredibile rivelazione sul patto segreto tra Red Bull e FIA. Ecco la ricostruzione che ha mandato su tutte le furie i tifosi e gli appassionati di motori.
Antonio Lobato ha sganciato la bomba riguardo la monoposto Red Bull. C’è un motivo per il quale l’auto ha frenato nelle ultime gare.
Una spiegazione chiara che ha sorpreso e non poco tutti gli addetti ai lavori e non solo, che sono rimasti increduli davanti alla rivelazione del telecronista che non ha usato mezze misure parlando di un accordo segreto stipulato con la FIA.
Un modo, questo, per non creare polemiche ed alzare un polverone che avrebbe creato ulteriori danni all’ambiente della Formula 1.
Nuovi aggiornamenti riguardo la presunta violazione da parte della Red Bull che in questi mesi ha avuto a disposizione delle componenti illegali sulla propria vettura.
Ecco come la FIA ha trovato l’accordo con la Red Bull. Un patto che spiega le ultime prestazioni negative dell’auto.
Formula Uno, scandalo Red Bull: rivelazione spaventosa
Durante le prove libere del Gran Premio di Ungheria, Antonio Lobato ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto scattare un vero e proprio campanello d’allarme.
Infatti, secondo quanto riportato da formulauno.it, il telecronista spagnolo ha svelato i dettagli riguardo la presunta irregolarità presente nella RB20.
Analizzata dalle scuderie rivali, sono emersi dei dettagli alquanto inediti riguardo l’auto della Red Bull. Alcuni aspetti illegali che sono stati segnali anche alla FIA.
Da quel momento, La Federazione Internazionale dell’Automobile è entrata in contatto con la Red Bull per stipulare un accordo di riservatezza che prevedesse la rimozione delle componenti illegali presenti nella mono posto RB20.
Red Bull illegale? Nuovi aggiornamenti
Le prestazioni della Red Bull, infatti, sono peggiorati nell’ultimo periodo. I motivi sono da ricondurre proprio alla rimozione di queste componenti illegali, che erano presenti nella monoposto del team di Milton Ketnes.
Ciò, dunque, è dovuta alla rivelazione fatte alla FIA da parte degli avversari. Una situazione analogo a quanto successo nel 2020, quando la Ferrari raggiunse l’accordo con la Federazione dopo che il moto dell’anno precedente risultò illegale.