Le polemiche dopo il caso Carini non si sono placate ma sono diventate un affare nazionale: l’incontro può cambiare tutto
La boxe femminile alle Olimpiadi può cambiare per sempre dopo quello che è successo tra l’italiana Angela Carini e la sua avversaria l’algerina Imane Khelif, quest’ultima già destinata a passare alla storia. Ne sono state dette tante sul suo conto e ora è arrivato il momento di fare chiarezza da parte degli addetti ai lavori che sperano di non vedere nulla di simile a quello che è successo a Parigi qualche giorno fa.
Poteva essere un grande incontro di pugilato, ma alla fine è durato meno di un minuto, dopo il primo colpo la boxeur italiana ha deciso di ritirarsi. La sensazione è che si potesse andare avanti visto che l’atleta non è caduta a terra e nemmeno ha perso sangue, ma il pugno è stato troppo violento per lei e alla fine ha deciso di abbandonare il ring.
Tutto è nato però dal fatto che la rivale nordafricana è stata trovata con livelli eccessivi di testosterone, e questo ha fatto scoppiare un vero e proprio caso mediatico. Il pubblico, e non solo, è arrivato a domandarsi persino quale sia il suo genere sessuale. Tutte questioni che hanno trasformato la vicenda Carini-Khelif in un affare di stato. Ora anche la politica ha deciso di scendere in campo.
Carini-Khelif, è ancora bufera alle Olimpiadi: coinvolto anche il presidente
E, come era naturale aspettare, di schierarsi affianco dell’azzurra Carini. Forte presa di posizione da parte del presidente del consiglio Giorgia Meloni, in questi giorni presente a Parigi dove ha assistito a diverse gare,. Poco dopo quanto accaduto sul ring, ha chiesto un incontro direttamente al presidente del comitato olimpico Thomas Bach. Il colloquio tra i due è stato giudicato positivo, ma la sensazione è che siano ancora tante le cose che necessitano di essere sistemate.
Giorgia Meloni ha chiesto maggiore chiarezza circa tali situazione e Thomas Bach ha risposto in maniera affermativa anche se poi, dal proprio canto, ci ha tenuto a voler nuovamente spezzare una lancia in favore dell’algerina. La sua storia parla chiaro, la Khelif è a tutti gli effetti una donna e fino a prova contraria aveva tutto il diritto di essere lì.
Ai mondiali di boxe, tuttavia, il regolamento è diverso e all’algerina non è stato permesso di partecipare in passato proprio per i suoi alti livelli di testosterone che, in un certo senso, per il comitato mondiale avrebbero la stessa valenza del doping. Ora toccherà proprio all’Italia cercare di evitare situazioni di questo genere visto che il prossimo appuntamento con le Olimpiadi sarà a Milano-Cortina nel 2026 per i giochi invernali.