Parole durissime da parte di Kyrgios, il tennista australiano continua ‘minacciare’ Sinner: sta succedendo di tutto
Continua a tenere banco il caso Sinner nel mondo del tennis. Nonostante gli US Open siano iniziati e abbiano regalato già grande spettacolo a tutti gli appassionati, la vicenda doping legata al numero uno al mondo resta l’argomento più dibattuto. Soprattutto perché c’è chi, come Nick Kyrgios, non sembra intenzionato a gettare acqua sul fuoco. Le ultime dichiarazioni dell’australiano hanno anzi rivitalizzato la polemica. Stavolta l’ex tennista, fermo ai box da quasi due anni, è passato a qualcosa di simile a delle minacce, lasciandosi andare a parole davvero incredibili.
D’altronde che Kyrgios, insieme a Shapovalov, stia portando avanti una battaglia a tutto spiano contro le istituzioni del mondo del tennis, e abbia anche per questo motivo preso particolarmente a cuore la questione riguardante il caso doping legato a Sinner, non è una sorpresa né una novità.
Quel che sorprende è però che, nel corso del suo commento degli US Open ai microfoni di ESPN, l’ex finalista di Wimbledon si sia lasciato andare a una dichiarazione che ha il vago sapore dell’intimidazione, e che non aiuta certamente a stemperare gli animi in un momento storico in cui di cattiverie, nei confronti del tennista numero uno al mondo, se ne sono dette non poche.
“Con lui non sarò più ospitale come prima quando lo incontrerò nello spogliatoio“, ha dichiarato senza mezzi termini Kyrgios ai microfoni di ESPN, parlando di Sinner. Cosa avrà voluto intendere con “ospitale“, però, non è chiaro. Quel che è certo è che la vicenda Clostebol, con la doppia positività riscontrata in Jannik nel periodo di Indian Wells, ha colpito profondamente il tennista australiano, decisamente poco diplomatico nel giudizio di questa situazione.
Nonostante abbia più volte dichiarato di non aver nulla di personale contro l’azzurro, il tennista australiano non ha infatti perso l’occasione per andare all’attacco dell’azzurro, sostenendo senza mezzi termini che per un caso come il suo avrebbe dovuto essere squalificato per almeno due anni.
“Molti miei amici sono passati attraverso il doping e sono stati sospesi“, ha spiegato Kyrgios, cercando di chiarire una volta per tutte il suo pensiero: “Basti pensare a Halep. Ogni volta in questi casi il processo sembra diverso. Contro Sinner non ho nulla di personale, so quanto sia importante e quanto sia uno dei migliori del momento, forse dei prossimi quindici anni. Ma quando vedo queste cose penso che non ci sia equità nel tour“.
Il problema, ha aggiunto quindi l’australiano, non è Sinner in sé, quanto il fatto che ogni anno ai giocatori viene comunicata una lista di sostanze proibite e che chi viene trovato positivo dovrebbe in teoria essere automaticamente squalificato. Anche perché non tutti i giocatori possono permettersi una difesa onerosa come quella di Sinner, e questo rende lo sport non equanime, minandone l’integrità.
Discorso che sulla carta non fa una piega. Resta da capire per quale motivo, però, bisognerebbe far pagare una pena così severa a un giocatore se le indagini dimostrano la sua innocenza. Una domanda che per ora, dal punto di vista di Kyrgios, resta senza risposta.
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