Nelle Olimpiadi di Parigi tornerà come doppio campione dei 100 e della staffetta veloce, ma Marcell Jacobs è scappato per cancellare il dolore.
Una scommessa vinta oppure un rischio inutile. Lo capiremo presto, perché Marcell Jacobs sta per tornare. Fino ad oggi ha lasciato sfogare i suoi avversari, compreso il francese Pablo Mateo che ad Austin ha corso i 100 in 9.92, con 3 metri al secondo di vento alle spalle.
Lui per ora si è limitato ad osservare, come prevedeva in fondo il suo programma. Perché contrariamente alle ultime tre stagioni, quando aveva cominciato presto con le gare indoor, il doppio campione olimpico di Tokyo ha scelto una strada diversa.
Così come diversa da diversi mesi è stata la sua vita. Ha abbandonato la comfort zone della vita Desenzano, gli allenamenti sul Lago di Garda e sulle piste di Roma, per volare dall’altra parte del mondo. Soprattutto ha spezzato il legame, almeno quello sportivo, con Paolo Camossi che è stato il suo storico allenatore fino al 2023.
Come ha spiegato più volte, c’era bisogno di stimoli nuovi e voleva provare cosa significasse allenarsi in gruppo, non più da solo. La sua casa è diventata quindi Jacksonville, in Florida, il suo tecnica Rana Reider. E insieme a lui ci sono altri campione, come l’oro olimpico dei 200 Andre De Grasse, o ancora Trayvon Bromell che ha già vinto due medaglie importanti nei 100. E ancora Jerome Blake, compagno di squadra di De Grasse nella 4×100 canadese.
Fino ad oggi Marcell ha fatto da spettatore, ma già aveva deciso di saltare tutta l’attività al coperto, compresi i Mondiali di Glasgow. Farà lo stesso con le prime tappe della Golden League 2024 in Cina per ripresentarsi a maggio inoltrato, quando tornerà anche in Italia.
Il suo programma infatti prevede di spostarsi a Roma, per preparare gli Europei che inizieranno il 7 giugno. Ma ancora prima, ad inizio maggio, sarà in pista alle Bahamas, con la 4×100 azzurro nei World Relays, tappa fondamentale per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Un appuntamento che individualmente e con la squadra non vuole mancare.
Ecco perché ancora oggi non è pentito della scelta di vita fatta mesi fa, anche se con una moglie e due figli piccoli (ora con lui negli Stati Uniti) non è stato facile. Ma come ha raccontato ora al ‘Guardian’, lì è davvero un’altra vita. Può portarli a scuola senza che nessuno lo osservi e lo fermi anche solo per un autografo, può giocare a golf e fare una vita normale.
Aveva bisogno di cambiare anche per mettersi alle spalle due anni bui, fatti di infortuni e di polemiche. Passi per quelle subito dopo le Olimpiadi, che avevano messo in dubbio la sua pulizie anche se poi i fatti hanno detto il contrario. Ma a Jacobs non è andato giù essere messo in croce per i risultati che non sono più arrivati, solo per guai fisici in realtà.
«Le critiche delle persone mi hanno fatto molto male. Arrivavano da ogni parte, dall’Italia e dall’estero. Come se non gareggiassi per paura. Non gareggiavo perché non ero in grado di farlo». Oggi invece è di nuovo pronto per tornare.
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