LeBron James ha raccontato un aneddoto molto particolare che ha lasciato senza parole i suoi tifosi. È stato un momento davvero speciale
LeBron James è arrivato alla sua ventesima stagione in NBA, diventando il giocatore più longevo del campionato. Lo sta facendo viaggiando ad oltre 24 punti, 7 rimbalzi e 6 assist di media, confermando che per lui l’età è soltanto una mera questione anagrafica. Mai prima d’ora si era visto un giocatore di 39 anni viaggiare su queste cifre.
Con lui in campo, i Los Angeles Lakers possono quindi ancora sperare di agganciare la zona playoff senza passare dai play-in che potrebbero complicare la strada verso le Finals. Questo è d’altronde l’obiettivo dello stesso numero 23 gialloviola che, nonostante gli alti e bassi di squadra, resta un elemento imprescindibile della formazione di Darvin Ham.
Il 2024 sarà poi il ventesimo anno consecutivo in cui LeBron parteciperà all’All Star Game in programma il prossimo 18 febbraio a Indianapolis. Superato il record precedente di Kareem Abdul-Jabbar che si era fermato a quota 19 convocazioni. Si tratta dell’ennesima dimostrazione del valore di un fuoriclasse immenso, ormai a tutti gli effetti considerato uno dei più grandi, se non il più grande, della storia dell’NBA.
NBA, tutta l’emozione di LeBron James: c’entra Michael Jordan
C’è quindi chi lo considera anche più “grande” di Michael Jordan, il GOAT per eccellenza insomma. E dire che anche per lo stesso James, MJ è sempre stato il suo idolo. Il 39enne di Akron non ha mai nascosto l’ammirazione per l’ex campione dei Chicago Bulls, come dimostra peraltro il numero che indossa, il 23, ma lo ha voluto anche ribadire ultimamente in occasione di un’intervista a “Uninterrupted“.
In particolare, “The Chosen One” ha ricordato di quando ha incontrato per la prima volta Jordan. Allora LeBron era ancora uno studente dell’high school. “La prima volta che ho incontrato Michael Jordan non potevo crederci – ammette –. Per me era come incontrare Gesù Cristo“. E ancora, come se non bastasse: “Per me era il Gesù nero e nessuno poteva convincermi del contrario“.
Insomma, un incontro quasi divino per un allora giovane LeBron che ha inoltre ammesso che per lui “Jordan non era una persona reale, credevo esistesse solo dentro al televisore” riporta Sky Sport. Perciò, per lui, quel momento ha significato davvero tanto. Per tutti incontrare il proprio beniamino di persona è qualcosa di eccezionale. E così è stato anche per LeBron, oggi, a sua volta, idolo di tanti campioni dell’NBA che hanno scelto di seguire le sue orme diventando giocatori affermati nel più importante campionato cestistico del mondo.