Alla fine ce l’ha fatta. Dopo un inseguimento durato più di un decennio, l’Augusta Masters è suo
Un finale più bello non poteva esserci nell’ultimo giro del Masters di Augusta, destinato ad entrare nella storia del Golf per un epilogo atteso da anni.

Rory McIlroy ce l’ha fatta. Il Masters di Augusta finalmente è suo. Un inseguimento lunghissimo coronato ieri con la più bella e sofferta delle vittorie che gli permette di entrare nel ristretto novero di quei golfisti capaci di completare il Grand Slam personale ovvero di vincere, almeno una volta, tutti i quattro tornei Major ovvero Augusta, il PGA Champioship, il British Open e lo Us Open.
Una vittoria epica e, al contempo, drammatica quella di Rory. Sembrava tutto pronto per l’agognato trionfo con il -4 di vantaggio sui rivali poi tra la 11 e la 14 ecco il disastro. Due bogey e un doppie bogey riportano incredibilmente in gara Justin Rose, più avanti nel giro rispetto al nordirlandese. Alla 18, Rose imbuca il birdie del -11. E’ pari con McIlroy che reagisce e con un birde alla 17 si riporta avanti di una lunghezza a -12. Ma non è finita …
McIlroy e il birdie della vittoria ad Augusta, l’immagine che resterà nella storia
Alla buca 18, basta un par a McIlroy per centrare la vittoria. L’uscita dal bunker nei pressi del green è perfetta. Rory piazza la palla a poco più di un metro dalla buca ma fallisce il putt della vittoria. Cala il gelo sugli spettatori (tutti schierati dalla sua parte) e sul nordirlandese che torna con parità con Rose.
Il Masters di Augusta si decide al playoff. Si torna proprio alla 18. Rose centra il par, McIlroy piazza un secondo colpo da brivido e si riporta a un passo dalla buca e dalla storia. Con Il putt successivo fa rotolare lentamente la palla in buca e vince con il birdie, lasciandosi andare alle lacrime mentre il pubblico alle sue spalle non la smette di scandire il suo nome.

Bellissimo l’abbraccio con Rose (sconfitto per la seconda volta in carriera al playoff del Masters) e il cammino verso la clubhouse in cui McIlroy ha incontrato la moglie Erica Stoll e preso in braccio anche la figlia Poppy. Un’immagine tenerissima tra gioia e commozione, sensazioni che Rory ha provato quando Scheffler, da campione in carica, gli ha ceduto la Green Jacket (la Giacca Verde), l’ambitissimo trofeo per il vincitore di Augusta.
McIlroy ce l’ha fatta. Il Grand Slam è suo. Un’impresa riuscita solo ad altre cinque leggende del Golf ovvero Jack Nicklaus, Tiger Woods, Ben Hogan, Gary Player e Gene Sarazen. Era già tra i grandissimi di questo sport, Rory. Ora lo sarà davvero per sempre. Ed è giusto così. Meritatissimo.