Ciclismo, allarme rosso: l’annuncio è drammatico

Il mondo del ciclismo è scosso dalle ultime drammatiche notizie che descrivono una situazione preoccupante: tifosi senza parole

Novembre e dicembre sono mesi solo apparentemente morti per il ciclismo su strada. Perché in realtà tutti i team, sia del World Tour che nel mondo delle Professional, si ritrovano per i primi raduni e per i programmi. Ma nel ciclismo italiano suona ancora una volta il campanello d’allarme e la situazione sta diventando drammatica.

Ciclismo, annuncio che lascia di sasso
Ciclismo, tutti di sasso (Ansa Foto) – tshot.it

Tutto è cominciato alla fine del 2017, con un addio doloroso ma necessario. La Lampre-Merida, ultima squadra nostrana rimasta nel panorama del World Tour, chiuse i battenti cedendo la sua licenza all’attuale UAE Team Emirates. Da allora a oggi, l’encefalogramma è rimasto piatto, senza che nessuno sia riuscito a rianimarlo.

La situazione attuale? A fronte di un movimento che almeno fino agli Under 23 sembra ancora solido e florido, come dimostrano alcune realtà storiche quali la Zalf e la Colpack, per gli italiani non c’è sbocco in patria. Ma si stringono i cordoni anche all’estero e così sono molti al momento i disoccupati, anche di un certo peso.

Nomi come quelli di Gianni Moscon e Antonio Nibali, che comunque una nano dal fratello Vincenzo la troverà sempre. Ma anche Davide Cimolai, Matteo Fabbro, Matteo Moschetti, oltre a due veterani come Daniel Oss e Domenico Pozzovivo.

Poi ci sono tutti gli azzurri che tra la scorsa estate e le ultime settimane hanno cambiato maglia. Jonathan Milan, Andrea Bagioli, Simone Consonni e Fabio Felline andranno a rinforzare la Lidl-Trek, Matteo Sobrero la BORA-Hansgrohe, Davide Formolo la Movistar e Filippo Baroncini la UES Team Emirates. Poi Giacomo Nizzolo, che si è autoretrocesso nelle Professionale con la Q36.5 come Matteo Trentin e Alberto Dainese con la Tudor, entrambe svizzere.

Ciclismo, allarme rosso: la situazione sta diventando drammatica e nessuno si muove

All’Italia quindi restano soltanto le briciole, con tre Professional che almeno tengono duro. A cominciare dalla squadra allestita grazie a Ivan Basso e Alberto Contador che ha perso uno sponsor ma ne ha subito trovato un altro. Via Eolo, infatti, la squadra si chiamerà Polti-Kometa. Come a dire che torna un nome capace di scrivere la storia del ciclismo tra il 1983 e il 2000. Poi ci sono la Bardiani e il Team Corratec, ma la storia finisce lì.

Ciclismo, l'annuncio lascia tutti di sasso
Annuncio che scuote il mondo del ciclismo (Ansa Foto) – tshot.it

Senza fare processi alle intenzioni, a molti è sembrata strana la decisione di patron Zanetti che ha mollato il ciclismo con il marchio Segafredo insieme alla Trek per buttarsi solo sul basket con la Virtus Bologna. Gli americani non hanno tremato, è subito spuntata la Lidl e hanno sistemato i loro conti facendo uno squadrone.

Quei conti invece in Italia non tornano mai. Per allestire un team competitivo a livello internazionale oggi servono come minimo 10 milioni di euro e trovare partner forti nel nostro Paese sta diventando impossibile. Lo sa bene l’ex ct azzurro Davide Cassani che da almeno un paio di anni prova a raccogliere forze fresche per una nuova squadra italiana

E lo sa pure un altro grande azzurro del recente passato come Pippo Pozzato. Oggi si è abilmente riciclato come organizzatore di corse, quelle che chiudono il calendario italiano come il Giro del Veneto e la Veneto Classic. Ma sta lavorando per far nascere una nuova Professional con ambizioni di Wordl Tour.

Intervistato da OASport però lancia l’allarme. La crisi parte già dalle categorie giovanili perché ci sono pochi iscritti alle corse e il movimento è in crisi alla base. “Se non si fa niente per agevolare la pratica di questo sport, tra 10 anni non avremo più niente a meno non ci venga fuori un grande talento. Non siamo mai stati messi così male come al giorno d’oggi, continuiamo a pagare un lavoro non fatto, pensando solo al professionismo”. Un allarme da addetto ai lavori, che qualcuno deve ascoltare.

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