Nonostante il brillante successo del loro beniamino contro Andrey Rublev in quarti di finale e contro Djokovic in semifinale, i tifosi di Sinner non hanno gradito una cosa
Straordinario. Grazie ad una prestazione fatta di classe, colpi, coraggio ma anche tanta tenuta mentale, Jannik Sinner ha superato l’ostacolo Andrey Rublev nei quarti di finale e poi Djokovic in semifinale, raggiungendo per la prima volta in carriera la finale dell’Australian Open
Ormai il nativo di San Candido non sorprende più nessuno. Dalla ‘scomoda’ scelta di non rispondere alla convocazione in Coppa Davis per la fase eliminatoria di Bologna contro Canada, Cile e Svezia per preparare al meglio il finale di stagione – mai decisione fu più azzeccata, vista la clamorosa resa successiva – fino al trionfo di Malaga coi colori azzurri, Sinner è cresciuto a livelli esponenziali.
Altrimenti non avrebbe battuto Sua Maestà Novak Djokovic per tre volte – di cui una in doppio – in 12 giorni. Altrimenti non sarebbe diventato numero 4 del mondo sconfiggendo, nel frattempo, per tre volte consecutive l’ormai ex bestia nera Daniil Medvedev. Che lo aveva sempre fatto cadere nei sei incroci precedenti prima dell’affermazione dell’altoatesino in quel di Pechino.
Già, Pechino. Dalla vittoria in Cina Jannik è stato un vero rullo. Prima dello straordinario percorso alle Nitto ATP Finals, in cui Sinner si è giocato la finale, perdendola, contro il fuoriclasse serbo, e ancor prima del sogno divenuto realtà in Andalusia, l’azzurro aveva anche trionfato a Vienna. Consolidando la posizione che poi avrebbe mantenuto nel seeding per la kermesse torinese.
Solo una volta, da ottobre a fine anno, Sinner non è arrivato in fondo al torneo disputato: a Parigi-Bercy, nel Masters 1000 indoor più prestigioso del circuito. Intendiamoci, l’allievo di Simone Vagnozzi non ha perso alcun incontro nemmeno nella capitale francese. Si è ritirato. Per dei motivi che scatenarono un vespaio di polemiche e che sono tornati attuali anche a Melbourne.
Sinner, il trattamento ricevuto ha mandato su tutte le furie i tifosi
In regime di sedicesimi di finale Jannik batté 6-1 al terzo set Mackenzie McDonald in un match che finì alle 2:37 della mattina. Gli organizzatori misero in calendario il successivo incontro – contro l’amico Alex De Minaur – alle 17 del giorno successivo. Una follia assoluta, che causò la decisione, condivisa anche dal sindacato giocatori dell’ATP, di ritirarsi dalla competizione per evitare di stressare oltremodo il fisico.
Contro Rublev Sinner è sceso in campo alle 23 ore locali di Melbourne. Se il match fosse stato una maratona di 5 ore di quelle tante volte viste in Australia negli anni scorsi, i tennisti sarebbero andati a letto intorno alle 6 del mattino, considerando anche gli obblighi da ottemperare con la stampa.
La situazione sarebbe ormai ritenuta insopportabile, come ha avuto modo di commentare Paolo Bertolucci, leggenda del tennis italiano, ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’.
“Sono riusciti nell’impresa assurda di far iniziare un quarto di finale Slam alle 23. Ma neppure la folle programmazione ha interrotto la corsa di Jannik Sinner verso la sua prima semifinale agli Australian Open“, ha detto il commentatore tecnico per Sky Sport, dando voce al pensiero di tantissimi tifosi del campione azzurro.