Giocare a golf non è solo un fatto di regole ma anche di buone abitudini: se non le correggi in tempo, sei destinato a fallire.
Ogni sport ha le sue regole, ma non sono tutte scritte. Molte sono legate alla consuetudine, tramandate nel corso degli anni e applicate per tutti, non importa se siano professionisti o semplici amatori. Il golf non fa differenza ed è meglio sapere quello che non va mai bene in campo.
Non ti sto parlando solo del gioco in sé, ma piuttosto una serie di comportamenti che danneggiano i tuoi risultati. Partiamo dalle basi, quelle che ogni praticante dovrebbe conoscere e osservare ancora prima di prendere sul serio questo sport.
Regole, il golf è tutto ben codificato. Quindi mentre frequenti le prime lezioni con un maestro, comincia anche ad imparare tutto quello che circonda questo sport. Devi sapere quando puoi rigiocare o meno una palla, quando devi riparare da solo i segni che lasci sul terreno, quando è il tuo turno o meno.
Una regola non scritta, ma fondamentale è essere ben allenati. Non ti sto parlando necessariamente della palestra. Però il golf è un esercizio fisico importante, richiede testa ma anche gambe e se manca uno dei due è impossibile ottenere anche solo un risultato minimo.
Un campo medio misura come minimo 6 chilometri e sono da fare tutti, in un tempo ragionevole. Ecco perché, anche per rispetto dei tuoi compagni di gioco o di chi ha cominciato appena dopo di te e ha bisogno di avere campo libero, devi essere preparato. Quindi, mai saltare il riscaldamento prima di cominciare. Prendi il tempo che ti serve, non arrivano al circolo all’ultimo minuto ma con un buon anticipo.
Cosa non fare mai sul campo da Golf: tutti gli errori che possiamo evitare
Riscaldarsi bene significa essere anche più flessibili nei colpi e quindi evitare possibili dolori durante il giro o alla fine della giornata di gioco. Ma allo stesso tempo è importante la routine che mettiamo in campo tra un colpo e l’altro, tra una buca e l’altra.
Ci aiuta ad eliminare, o almeno a ridurre, ogni tensione muscolare e se il sangue affluisce meglio al cervello riusciamo anche ad essere più lucidi. Un esempio pratico? Se arrivo dal tee per giocare il secondo colpo al green o provare ad avvicinarmi, significa che ho camminato almeno per 150-200 metri.
Anche per quelli più allenati, soprattutto se ci sono tratti in falsopiano, è uno sforzo. E se le moltiplichi per 18 buche, fa la differenza. Quindi, appena arrivi sulla pallina, prenditi il tempo che serve. Studia bene il colpo, la traiettoria, il vento e le tue potenzialità. Insomma, prendi tempo senza perderlo però.
Quello che molti, anche non alle prime armi, fanno poco è praticare il gioco corto. Vero, il golf è diventato sempre più un gioco di potenza anche a scapito della precisione assoluta. Ma i professionisti ci insegnano che il campo pratica deve essere frequentato con costanza, anche per il gioco corto. Se lo fanno loro, chi siamo noi per evitarlo?
Per ultimo, un consiglio per evitare ulteriori errori. Come ad un chirurgo serve il bisturi adatto alle sue caratteristiche, anche per il golfista c’è bisogno si mazze adeguate, perché non tutto va bene per tutti. E qui torniamo alla figura del maestro: fin dalle prime lezioni facciamoci consigliare da lui, cerchiamo quelle che sono le lunghezze e i grip più adatti al nostro gioco. Non c’è da vergognarsi e ci tornerà sempre utile.