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David Duval è un campione di golf che forse non tutti ricordano, almeno i golfisti di solo qualche anno di età. Pensate che è stato il numero 1 del world ranking nel 1999, ha vinto un Major, l’Open Championship del 2001, periodo nel quale in 34 gare ha ottenuto ben 11 vittorie, una percentuale di successi che può paragonarlo solo a Tiger Woods. Eppure, come noi golfisti ben sappiamo, senza un apparente motivo il suo swing se ne è andato. Proprio dopo il successo di una vita, di una carriera, il major più antico e prestigioso al mondo, ha smesso di vincere ed anche di giocare ai livelli degli anni precedenti. Oggi è addirittura obbligato, per continuare a giocare ad alti livelli da professionista, a partecipare alla qualificazione per ottenere la carta del PGA Tour 2012.
Certo lo swing di David Duval che vedete qua sopra non è dei più canonici, ma non si vincono un major e ben 19 titoli, tra PGA Tour ed altri tour mondiali, senza che la tecnica sia comunque affidabile ed efficace. In particolare noterete dalla visione frontale come sia in anticipo di rotazione con la testa rispetto al resto del corpo. Probabilmente questo tipo di movimento serve a liberare la rotazione delle spalle e di conseguenza quella di tutto il corpo per far si che il corpo sia in anticipo sulla discesa del bastone, magari questo compensa la faccia del bastone leggermente chiusa come si vede sia ad inizio swing che all’apice del backswing.
Tornando alle vicissitudini di David Duval c’è chi ha ipotizzato alcuni problemi fisici come causa del declino del suo gioco, oppure guai sentimentali come la separazione dalla storica fidanzata, ma io credo che il gioco del golf sia così complesso che a volte è semplicemente un insieme di fattori che ti porta al successo o al declino, e spesso non si riesce davvero a trovare giustificazioni o cause.
Proprio per merito delle numerose vittorie e dei primati conseguiti negli anni 1997/2001 finora ha potuto comunque giocare un discreto numero di gare di alto livello sul PGA Tour, ma visto che i risultati non sono stati costanti ed in complesso abbastanza deludenti si è trovato costretto a tornare alla fase di qualificazione per riconquistare il diritto di partecipare ai tornei del PGA Tour 2012.
La decisione è stata prese proprio in concomitanza con la vittoria della squadra US nella Presidents Cup al Royal Melbourne, pensate che l’ultimo anno in cui si è giocata in quel campo David Duval si era qualificato al primo posto per il team USA. Le coincidenze della vita e del golf.
Per un giocatore di questo calibro e con il passato che ha avuto decidere di tornare alla qualificazione per la carta non deve essere stato facile, anzi addirittura neanche solo alla fase finale ma a quella prima, quindi fase pre-finale e tra poco i 6 giri conclusivi in California. David Duval stesso ha ammesso di essersi fatto un bell’esame di coscienza prima di decidere se partecipare alla carta o se eventualmente continuare a “mendicare” inviti per giocare, cosa che comunque gli riesce sempre meno facile.
“Ho dovuto riflettere su quanto mi stava accadendo” ha detto Duval “anche cercando di essere molto sincero con me stesso, analizzando dove fossero la mia testa e le mie capacità per cercare di correggere gli errori. Dopo un pò di tempo e di queste riflessioni ho capito che il golf è quello che ancora voglio fare e che ancora sono bravo a fare, semplicemente non riesco a dimostrarlo, per ora.”
Questo è parlare da campioni: auguri David speriamo di rivederti al top nel 2012.
Perchè ho scritto quest’articolo? Perchè troppo spesso ho sentito allievi lamentarsi nei momenti di difficoltà che il golf, per sua natura, pone davanti a tutti i golfisti, non curandosi di chi siano nella vita privata, nel mondo del lavoro ed anche senza badare a quanto bene uno possa aver giocato tampo fa.
Mi piace il golf proprio per questa sfida che è sempre pronto a lanciarti, sta a noi golfisti, ognuno con le dovute proporzioni, accettare la sfida, guardare avanti ed impegnarsi seriamente.