Una gara attenta e vinta meritatamente, macchiata però da un pubblico che lo ha mandato su tutte le furie: cosa è successo a Djokovic?
Novak Djokovic si sta confermando il solito leone in grado di superare i propri limiti fisici. La mentalità rimane sempre la solita, rocciosa e ostinata, mentre il fisico invece non è scintillante come quello di un tempo a causa di infortuni muscolari che si fanno sentire in modo particolare sull’erba di Wimbledon.
Nonostante tutti gli acciacchi di questo mondo, Novak non solo supera dopo tre ore di battaglia Holger Rune, numero 15 al mondo, ma regala uno show anche col microfono in mano quando gli animi dei tifosi londinesi si sono calmati. La gara contro il danese è stata, a detta del campione serbo, caratterizzata negativamente da boati a suo sfavore. Boati e cori che però non lo hanno minimamente condizionato, sebbene a fine gara si sia rivolto con un velo di rabbia contro coloro i quali lo hanno infastidito.
Djokovic raggiunge ai quarti Musetti e Sinner. È la quindicesima volta in carriera che il campione raggiunge i quarti di Wimbledon (meglio di lui soltanto Roger Federer, fermo a quota 18). Dopo tre ore di battaglia contro Rune, riesce a superarlo tramite un punteggio di 6-3 6-4 6-2: contro il danese, che lo aveva battuto due volte su cinque gare precedenti, Novak ha gettato al vento molte occasioni ma ha saputo anche rimediare nel migliore dei modi. Ora ad attenderlo ci sarà l’australiano Alex De Minaur, altro osso duro sull’erba.
Come detto poc’anzi, la gara di Djokovic è stata “macchiata” da una serie di boati che a suo giudizio erano indirizzati proprio contro di lui. Mentre a detta del pubblico londinese, quei cori non erano contro il serbo, ma a supporto di Rune. Al netto di chi abbia ragione, Djokovic al termine dell’incontro non ha risparmiato nessuno, puntando il dito contro una fetta consistente di pubblico.
“Tifo a favore di Holger? L’ho sentito e ai tifosi irrispettosi dico: ” Buuuuuona notte!“, così l’ex numero uno serbo che ha intonato nell’intervista post-gara quei cori che a suo dire lo avevano infastidito non poco. Djokovic insomma dimostra di essere solito campione di sempre, che non si lascia intimidire da niente e nessuno. D’altronde, è questa la mentalità che lo ha sempre spinto oltre i suoi limiti.
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