Poche ore prima del suo esordio, rivelatosi poi vincente, a New York, il fuoriclasse serbo ha parlato della rivalità col fenomeno spagnolo.
Il Re è ancora in piedi. Più vivo che mai. Pronto a fare per l’ennesima volta la storia. Dopo aver arricchito la sua bacheca con l’unico ed ultimo trofeo che gli restava da vincere – l’alloro Olimpico – Novak Djokovic ha fissato un nuovo obiettivo in una carriera che definire leggendaria appare ora quasi riduttivo: vincere il 25esimo Major staccando definitivamente un mostro sacro come Margaret Court, l’unica tennista capace di arrivare a 24 Slam prima di lui.
Trovando energie insospettabili e dando fondo alla sua smisurata forza di volontà per coronare il sogno (personale e nazionale) di regalare un oro Olimpico al suo paese, il fuoriclasse di Belgrado ha vinto la resistenza di Carlos Alcaraz. Uno che, oltre ad essere 16 anni più giovane di lui, era assolutamente l’uomo da battere a Parigi.
Fosse non altro per il titolo conquistato, proprio sul Philippe-Chatrier – giusto qualche settimana prima. Al termine di una battaglia dai contorni epici, il 37enne slavo ha prevalso con un doppio tie-break, dando poi sfogo alla sua irrefrenabile gioia per essersi tolto, come direbbero negli Stati Uniti, una gigantesca scimmia dalla spalla.
Il problema per gli avversari, però, potrebbe continuare a persistere. Già perché, a parte la suggestione che vorrebbe il serbo continuare a giocare fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, c’è da fare i conti con il rinnovato senso di sfida che Nole sente di poter cavalcare. ‘Sospetti’ confermati dal diretto interessato nel corso di un’intervista rilasciata a Jon Wertheim durante il programma ’60 Minute’ giusto qualche ora prima del suo vincente esordio a Flushing Meadows.
Djokovic ‘on fire’: “Ha risvegliato la bestia che è in me”
“La mia capacità di gestirmi ed esibirmi nei momenti importanti non è un dono ma il frutto di duro lavoro“, ha esordito il tennista. “Esistono varie tecniche per migliorare in questo, a volte sembro calmo durante i match ma dentro di me si scatena una tempesta di emozioni. La battaglia più grande che un tennista deve combattere è contro sé stesso“, ha proseguito.
“I giovani sono affamati e vogliono giocare il miglior tennis possibile contro di me. E questo risveglia una motivazione speciale, risveglia la bestia che è in me. La sconfitta a Wimbledon 2023 contro Alcaraz mi ha fatto molto male, ma io considero Carlos il tennista più completo che abbia mai visto da molto tempo. Quella sconfitta mi ha permesso di vincere successivamente a Cincinnati, a New York e a Torino nelle Finals“, ha concluso Nole.