Il fuoriclasse serbo, fresco di operazione al menisco, potrebbe concludere la stagione fuori dai migliori otto
Qualcuno, in un’interpretazione che rasenta la malignità e che si fa portatrice della tesi secondo cui, nel tempo, la buona sorte ricevuta in dote si trasforma in sfortuna, se lo aspettava. Forse però nemmeno il più pessimista avrebbe mai creduto, soprattutto dopo la splendida scorsa stagione, di assistere ad un crollo così vertiginoso.
Dopo aver vinto 3 prove su 4 dello Slam nel 2023, ed aver trionfato nell’ultimo grande appuntamento delle ATP FInals – quello in cui è stato appunto tenuto in vita nel Round Robin grazie alla vittoria del già qualificato Jannik Sinner contro Holger Rune – Novak Djokovic non ha più disputato una finale.
Né in Coppa Davis, dove ha perso l’irripetibile treno sprecando tre match point consecutivi contro Jannik Sinner, né in Australia e nelle successive partecipazioni ad Indian Wells, Monte Carlo, Roma, Ginevra e Parigi. Un disastro su tutta la linea, condito perfino da borracce ricevute accidentalmente in testa, tornei abbandonati dopo una vittoria, e perdita non solo della prima posizione del ranking mondiale, ma anche della seconda.
Il passaggio di consegne tra l’ultimo esponente dell’epopea dei Big Three e la nuova generazione di fenomeni vincenti è tutta nelle vittorie del campione azzurro a Melbourne e di Carlos Alcaraz a Parigi. Ma c’è dell’altro.
La fotografia del difficilissimo momento del fuoriclasse di Belgrado è ben evidenziata non solo dall’assenza di trofei vinti, ma anche dalla condizione fisica, mai così precaria. Non è un caso che Novak sia finito sotto i ferri dopo la lesione al menisco rimediata nell’eroico incontro vinto al quinto set contro Francisco Cerundolo a Parigi.
Con la partecipazione a Wimbledon di fatto compromessa (lo stesso medico che lo ha operato ha dichiarato all’Equipe di ritenere altamente improbabile la presenza del serbo ai Championships) Nole rischia di perdere altre posizioni nel ranking. Ma soprattutto di non rientrare tra i primi 8 tennisti in vista delle Finals di Torino.
Con Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (sì, sempre loro) ormai certi della presenza anche grazie alla vittoria di almeno un Major a testa, il 24 volte campione Slam occupa attualmente la decima posizione nella Race 2024. Con la stagione sull’erba che non lo vedrà in campo, Nole scivolerà certamente ancora più indietro.
La possibilità di non rientrare tra i migliori in vista dell’ultimo atto di fine anno è insomma più che concreta. Djokovic si concentrerà probabilmente nel recupero in vista delle Olimpiadi, ma i successivi impegni sul cemento – compresi gli Us Open – saranno decisivi per capire se Nole riuscirà a rimontare. Torino rischia di non poter applaudire il detentore del trofeo.
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