Il campione serbo, che si sta ancora godendo i fasti per le ultime imprese, torna su un argomento da sempre scottante
Chi lo conosce bene, non è affatto sorpreso. Chi lo conosce meno – assieme a tutti quelli che non si dichiarano espressamente suoi fans – sono rimasti sorpresi. O addirittura frustrati nel vedere che, nonostante le 36 primavere sulle spalle, il numero uno indiscusso è sempre lui. Parlano i numeri di una stagione, l’ennesima, straordinaria. Che si inserisce in una carriera a dir poco leggendaria. È lui, Novak Djokovic da Belgrado, per molti già il GOAT del tennis.
Dopo aver scritto altre pagine indimenticabili nel libro dei record – siamo a 24 Major, eguagliata la primatista all time Margaret Court – il fuoriclasse serbo vuole mettere altro fieno nella cascina degli sportivi immortali. Quelli che non si dimenticheranno mai, tanti e tali sono state le loro imprese.
Nell’immediato, Novak ha messo nel mirino il torneo Masters 1000 di Parigi-Bercy – che se vinto sarebbe il 40esimo in carriera in questa categoria -, la Coppa Davis, che si disputerà a Malaga dal 21 al 26 novembre, e le le Nitto ATP Finals di Torino.
Con questo menù gustoso che il serbo non vede l’ora di assaporare, non ci dovrebbe essere tempo per pensare ad altro. Ma stiamo trascurando il sempre vivido impegno di Djokovic su questioni legate magari sempre al tennis, ma in questo caso non direttamente alle ‘regole’ del gioco.
Protagonista di un’intervista rilasciata ai canali social della PTPA (Professional Tennis Players Association, il sindacato per i giocatori creato col suo contributo nel 2019), Djokovic ha preso una posizione forte sul tema delle scommesse legate al tennis.
“So che il 95% dei miei colleghi si farebbe sponsorizzare da un’azienda di scommesse, e io approverei la cosa. I tennisti non conoscono bene la situazione economica legata a questo mondo. Se lo sapessero, spenderebbero le loro energie in altro modo. Diamo troppo e riceviamo troppo poco“, ha esordito il serbo. Il quale poi ha lanciato una provocazione che farà certamente discutere.
“Non è molto logico che noi tennisti non possiamo avere loghi delle aziende di scommesse sulle nostre maglie. Oltre al fatto che non possiamo ricevere almeno il 50%, dei proventi che i tornei raccolgono direttamente dal mondo delle scommesse“, ha detto.
“Le scommesse sono legali e le aziende guadagnano centinaia di milioni di dollari solo dal tennis, ma noi giocatori raccogliamo solamente le briciole“, ha concluso il campionissimo serbo. Scommettiamo che i diretti interessati non avranno apprezzato le parole di Djokovic?
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