La sfida tra Djokovic e Sinner non finisce mai e ora si arricchisce di un altro particolare. La verità svelata nelle ultime ore fa discutere.
In Australia abbiamo assistito al primo atto della loro grande sfida in questo 2024. Il tennista azzurro ha sconfitto per la prima volta in uno Slam il campione serbo e lo ha fatto con una prova davvero maiuscola in semifinale.
La prestazione di Jannik Sinner contro Novak Djokovic nella semifinale degli Australian Open è stata forse la migliore della sua carriera. Quattro set giocati ad un’intensità pazzesca, nello Slam “di casa” del numero uno del mondo (10 vittorie a Melbourne) e con un’autorevolezza pazzesca.
La forza mentale di Sinner è nota da tempo ma a questo ora si sta abbinando anche una tenuta fisica e una varietà tecnica sconosciuta fino a qualche mese fa. Non è un caso che ora il conto degli scontri diretti con Nole sia solo 4-3 a favore del campione di Belgrado, con l’altoatesino che si è aggiudicato 3 degli ultimi 4 incontri.
Vittorie come quella di Malaga o della Rod Laver Arena lasciano il segno anche e soprattutto a livello mentale. Adesso Djokovic soffre Sinner e sa di dover fare qualcosa di straordinario per batterlo. Dopo la sconfitta nell’Happy Slam, tuttavia, qualcuno aveva tirato fuori delle motivazioni fisiche per giustificare la prestazione della testa di serie numero 1. Una presunta febbre che avrebbe fiaccato il campione uscente, apparso irriconoscibile soprattutto nei primi due set.
A smentire fermamente questa ipotesi è stato l’allenatore di Djokovic, Goran Ivanisevic, che parlando ai colleghi di sporklub ha dichiarato: “Non ha avuto nessun problema, era completamente in salute, ma semplicemente non ha giocato bene”. Poi aggiunge: “È umano e questo può succedere anche a lui, ma non facciamone una tragedia e andiamo avanti”.
Insomma capitolo chiuso, senza appigli ne scuse: Sinner è stato più forte in tutto e per tutto in quell’occasione. D’altronde anche a Malaga e nella prima partita delle due disputate a Torino il copione era stato piuttosto simile. Con lo stato di grazia raggiunto dal 22enne di Sesto non è da escludere che altre prestazioni del genere possano essere alla portata. Negli ultimi 4 mesi sta giocando da numero uno in pectore e ora non resta che conquistarlo anche secondo il punteggio internazionale.
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