Il tennista romano, fermo ormai dallo scorso 31 agosto, non se l’è sentita di rischiare una ricaduta giocando a Melbourne: c’è il retroscena
La situazione, pur essendo oggettivamente diversa sia per una questione di età che di generali condizioni fisiche, inizia ad assomigliare sinistramente a quella di Rafael Nadal nei primi mesi dello scorso anno.
Reduce dalla sconfitta contro Mackenzie McDonald nel secondo turno degli Australian Open 2023 per una lesione al muscolo ileposoas della gamba sinistra, il campione maiorchino era dapprima atteso in campo per i primi tornei sulla terra rossa, per poi dare forfait con un comunicato a mezzo social. Quando sembrava tutto (quasi) pronto per Parigi, ecco arrivare un nuovo bollettino medico che escludeva la sua partecipazione al Roland Garros.
Per finire, con la seconda prova dello Slam in pieno svolgimento e curiosamente proprio nel giorno del suo compleanno, ecco arrivare l’intervento chirurgico che avrebbe messo ufficialmente la parola fine al suo anno agonistico. Fino alla fatidica data del 3 giugno insomma, nessuno avrebbe immaginato un Nadal fermo ai box per un lasso di tempo così lungo. Un calvario interrotto solo il 2 gennaio del 2024 nel match di Brisbane contro Dominic Thiem.
Ecco, Matteo Berrettini sta tristemente ricalcando le orme di uno dei più grandi di sempre. Ma non dal punto di vista dei titoli Slam messi in bacheca, quanto delle aspettative sul suo rientro in campo.
La rottura parziale del legamento peroneo astragalico anteriore che lo aveva messo fuori gioco a New York, lo scorso 31 agosto, non gli avrebbe dovuto impedire, in teoria, di essere disponibile per la Final Eight di Davis a Malaga. Fu di lì a poco evidente come invece Matteo fosse ancora lontano da un pieno recupero. La sequela dei forfait però, doveva ancora veramente iniziare.
Berrettini ko, parla il manager Richard Evans
Berrettini, che nel frattempo ha cambiato coach, aveva dato appuntamento a tutti a Brisbane, nel torneo che come detto ha visto il rientro del mancino di Manacor. Anche qui, falso allarme: il tennista non era pronto. Dopo aver comunicato agli organizzatori del Kooyong Classic la rinuncia al torneo di esibizione pre Australian Open, l’ex numero 6 del mondo aveva già accordato al meglio la sua racchetta in vista del primo turno a Melbourne. Dove l’avrebbe atteso un certo Stefanos Tsitsipas, regalo amaro di un sorteggio a dir poco sfortunato.
Come noto, il finalista di Wimbledon 2021 non ce l’ha fatta nemmeno stavolta. È arrivata l’ennesima rinuncia, simbolo di un calvario che sembra davvero non aver mai fine. Tra stucchevoli polemiche di qualche hater e dei retroscena su presunti consigli di Roig – suo nuovo coach dall’ottobre del 2023 – non ascoltati dal romano, ecco ergersi la voce del suo manager, Richard Evans. Che nel corso di una conferenza stampa ha chiarito i motivi dell’ennesimo mancato rientro in campo.
“Matteo ha in programma di disputare una stagione lunga quest’anno, con molti tornei. Era venuto in Australia per aspettare fino all’ultimo istante prima di prendere una decisione definitiva. Ma gareggiare ora, quando non è al massimo delle condizioni fisiche, sarebbe stato rischioso“, ha detto lapidariamente il manager.