Il tennista romano, che ha preferito rinunciare agli Australian Open a causa di un infortunio al piede destro, può aggrapparsi ad un’opportunità
Sta diventando un’autentica maledizione. Dapprima aveva dichiarato di potercela fare per la Final Eight di Coppa Davis in quel di Malaga, salvo poi dovervi rinunciare per il mancato recupero dall’infortunio occorso il 31 agosto sul cemento di Flushing Meadows. Poi aveva lasciato intendere che sarebbe tornato per il torneo di fine 2023 – ma appartenente a tutti gli effetti alla stagione 20024 – in quel di Brisbane, dove avrebbe condiviso con un campione come Rafael Nadal il ritorno alle competizioni dopo tanto tempo.
Nulla da fare anche qui. Matteo Berrettini aveva allora dato appuntamento ai suoi tifosi a Melbourne, in occasione degli Australian Open, dove tra l’altro il sorteggio del main draw gli aveva riservato niente di meno che Stefanos Tsitsipas, numero 7 del seeding, al primo turno. Ma anche in questo caso la fortuna ha voltato le spalle al tennista romano, che ha dovuto rinunciare alla partecipazione al Major a causa di un nuovo infortunio al piede destro.
“Nel 2024 ha in programma di disputare una stagione lunga con molti tornei: gareggiare ora quando non è al massimo delle condizioni fisiche sarebbe rischioso“, ha dichiarato il suo manager Richard Evans per spiegare la rinuncia alla kermesse australiana. Alla fine della quale saranno passati 5 mesi esatti dalla sua ultima partita ufficiale. Che risale allo scorso 31 agosto quando, durante il match contro il francese Rinderknech, subì una rottura parziale del legamento peroneo astragalico anteriore.
Berrettini, la ‘scappatoia’ potrebbe far comodo
Con il forfait per il primo Major dell’anno il tennista romano è scivolato addirittura al numero 125 del ranking. Il che significa che quando rientrerà dovrà presumibilmente disputare le qualificazioni per i tornei Masters 1000 e 500. Quelli nei quali un Berrettini sano e disponibile potrebbe accumulare punti utili a scalare la classifica. C’è però una via d’uscita. Ben conosciuta da tutti i tennisti del circuito e anche utilizzata da un certo Rafa Nadal proprio nel torneo di Brisbane.
Si tratta del ranking protetto, ovvero quel meccanismo che consente a tutti quei giocatori che ritornano in campo dopo una lunga pausa – causata da infortuni, motivazioni personali e financo gravidanze nel caso delle donne – di poter utilizzare in fase di iscrizione ad un torneo, per un periodo di 12 mesi, la propria classifica precedente allo stop.
Ad esser precisi la ‘nuova posizione’ è determinata dalla media della classifica mantenuta da qualsiasi giocatore nei primi tre mesi dopo l’ultimo torneo giocato.
Il numero di eventi dei circuiti ATP e WTA nei quali è consentito usufruire del ranking protetto è limitato, dipendendo dalla durata dell’interruzione agonistica. In caso di pausa compresa tra i 6 e i 12 mesi il numero di eventi è pari a nove, mentre qualora la pausa dalle gare fosse superiore ai 12 mesi, il numero di tornei nei quali si può utilizzare la ‘classifica congelata’ sale a 12.
Manca quindi solo un mese e mezzo, a Berrettini, per rientrare nel periodo minimo di applicabilità della tutela . In molti si chiedono a questo punto se non sia meglio attendere il 29 febbraio per poi presentarsi ai tornei successivi con una classifica che possa evitare al romano di incontrare qualche big già nei primi turni delle varie competizioni in programma.