Djokovic racconta un momento molto difficile della sua carriera e le sue dichiarazioni preoccupano in vista degli US Open in corso.
Novak Djokovic è uno dei più grandi tennisti della storia, su questo non ci piove. Ha vinto tutto ciò che si poteva vincere ed è stato il primo a riuscirci, conquistando quest’estate l’oro Olimpico. Ora punta a vincere il 25esimo slam, che lo incoronerebbe a più vincente della storia sia tra i maschi che tra le femmine. Ora si trova nuovamente al centro dell’attenzione, ma non per i successi sportivi.
Ha rilasciato recenti dichiarazioni, ai microfoni di “60 Minutes”, che hanno scatenato i tifosi e destato non poca preoccupazione. Djokovic ha raccontato di un periodo difficile della sua carriera, che a quanto pare però non ha superato del tutto perché continua a fargli male. Si tratta del periodo coincidente alla pandemia da Covid-19, quando fu anche escluso dagli Australian Open perché contrario al vaccino: “In quel periodo ero il cattivo del mondo“.
Dalle sue parole si percepisce profondo disagio, anche perché non aveva mai provato una tale opposizione globale nei suoi confronti: “Mi era già capitato di giocare con il tifo contro, ma non avevo mai provato la sensazione di avere tutto il pianeta contro di me“.
È stato certamente uno dei momenti più difficili della sua carriera e di lui si è parlato più per le sue scelte riguardanti la vaccinazione che per il campo. Lo hanno etichettato come “no-vax“, termine che Djokovic ha respinto con fermezza: “La gente mi chiamava no-vax, ma non è così. Ero semplicemente per la libertà di scelta“. Parole che testimoniano la sua voglia di difendere l’autonomia personale, ma che hanno acceso nuovamente il dibattito su questo tema.
Le dichiarazioni di Djokovic e le conseguenze sugli US Open
Queste dichiarazioni arrivano in un momento complicato, visto che gli US Open sono da poco iniziati. La pressione mediatica su di lui, con il possibile ritorno di un pubblico ostile, potrebbero influenzare negativamente il suo percorso in un torneo importantissimo per lui per diventare, come già accennato, il più vincente della storia. Djokovic ha dimostrato da sempre di essere bravo a trasformare le avversità in motivazione, soprattutto nel periodo Covid, appunto. Tuttavia, le sue recenti parole fanno sorgere dubbi su quanto possa reggere altre critiche e negatività.
Djokovic ha ricordato anche la finale di Wimbledon 2019 contro Roger Federer, un altro momento di grande emozione e una delle sfide più iconiche della storia del tennis: “Quella sfida per me è indimenticabile, è stata una grande battaglia e ricordo bene i suoi due match-point”, ha detto il serbo. “Lui è stato il migliore nel complesso della partita, ma alla fine ho vinto io”. Parole che evidenziano il contrasto tra la gioia dei trionfi passati e il tumulto emotivo che sta vivendo oggi.
Proprio a pochi giorni dall’inizio degli US Open le parole di Djokovic hanno sollevato un altro polverone e ora i tifosi sono preoccupati. Sarà nuovamente messo alla prova per superare delle avversità, probabilmente. Potrebbe essere l’ultimo torneo della sua carriera, a patto che vinca, e a quanto pare vuole chiudere col botto.