Affrontare due ritiri e un addio può essere un grave problema per ogni rosa: è quello che è accaduto ad una delle squadre più importanti
I risultati ottenuti da una squadra sono frutto di vari componenti. L’attenzione negli allenamenti è certamente importante, ma lo è altrettanto poter contare su una rosa composta da diversi elementi di talento in ogni reparto. Se possibile, sarebbe bene poter contare anche sulle giuste alternative, ben sapendo come non si possa più prescindere dall’avere una panchina lunga a causa dei tanti impegni e di eventuali infortuni. A volte però quello che accade va al di là della propria volontà e costringe a cambiare i piani che un club aveva fatto.
Emblematico è quando alcuni elementi scelgono di porre fine alla loro carriera, magari anche in modo inaspettato, senza dare il tempo necessario alla dirigenza di correre ai ripari in cerca di eventuali sostituti. La situazione non può che peggiorare se a questo si aggiunge l’addio di uno dei giocatori più importanti. Guardare al futuro con serenità può essere difficile, specialmente se queste decisioni arrivano tutte in un breve periodo.
Troppo spesso si sottolinea quanto sia forte il potere assunto dai giocatori che, in accordo con i loro procuratori, possono fare muro e danneggiare anche volutamente il club a cui appartengono. La situazione può essere diversa se questo avviene a causa di evidenti limiti di età e si decide di chiudere la carriera, anche se in genere questa mossa non arriva all’ultimo, ma è frutto di una scelta ponderata.
Non può che essere un problema in ottica futura però quello che sta accadendo al Real Madrid, che anche nel basket è una delle società dalla storia più importante. Rudy Fernandez e Sergio Rodriguez avevano già annunciato qualche tempo fa di essere intenzionati a dire addio all’attività sportiva, senza generare così alcuna sorpresa a livello organizzativo, pur sapendo quanto sarà difficile sostituirli. I problemi diventano però ancora maggiori a causa di un vero campione che ha scelto invece di cambiare aria, ma che è stato davvero determinante per i “Blancos”. Si tratta del 37enne Fabien Causeur, che ha generato co la sua decisione non poca amarezza in chi lo ha amato in campo, addetti ai lavori e non solo.
Nel corso della sua esperienza nella capitale spagnola Causeur si è rivelato un punto di forza nella formazione schierata dai due tecnici che lo hanno seguito, Pablo Laso e Chus Mateo, per questo non sarà semplice trovare qualcuno che possa essere alla sua altezza. Nell’ultima stagione il cestista ha giocato in campionato per una media di 15 minuti a partita (5,8 punti realizzati), ma si è rivelato comunque un elemento fondamentale per lo spogliatoio grazie alla sua leadership. La sua etica del lavoro e la dedizione ala squadra sono stati cruciali: fare a meno di lui sarà davvero un’impresa.
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