Dietro ai fratelli Molinari e a Guido Migliozzi c’è il nuovo che avanza: un giovane milanese è pronto a raccogliere l’eredità
La decisione di Francesco Molinari di lasciare gli Stati Uniti per tornare a vivere in Italia è doppiamente importante. Perché lui giocherà più tornei sul DP World Tour, il circuito europeo che strizza l’occhio al mondo. Ma soprattutto la pattuglia italiana diventerà più ampia perché alla porta bussano nuove promesse, una su tutti.
I fratelli Molinari, perché c’è anche Edoardo, sono già certi di giocare nel circuito maggiore la prossima stagione anche se Francesco si alternerà sul PGA Tour. Con loro sicuramente anche Guido Migliozzi e non solo.
Perché dal Challenge Tour sono pronti a salire in quattro che stanno giocando in questi giorni la Grand Final di Maiorca per entrare tra i primi 20 della classifica ed essere promossi. Hanno quasi due piedi dentro Matteo Manassero (un gradito ritorno), Lorenzo Scalise e Andrea Pavan, sta per riuscirci pure Francesco Laporta.
Poi c’è Filippo Celli, il fortissimo giovane romano che lo scorso anno dopo la vittoria negli Europei Amateur individuali in Spagna era stato invitato a St. Andrews per l’Open. Lì aveva vinto la Silver Medal, il premio per il migliore dilettante, e ora prova a riconfermarsi nel mondo dei grandi nonostante le difficoltà del passaggio.
In Spagna però è in programma anche lo stage che qualificherà i migliori alla sfida finale di Tarragona, con un biglietto per il DP World Tour che per il Challenge Tour 2024. In campo Filippo Bergamaschi, Enrico Di Nitto, Julien Paltrinieri, Manfredi Manica e Pietro Bovari.
Ecco, su quest’ultimo nome sono concentrate molte speranze non tanto per il presente quanto per il futuro del golf italiano. Bovari, 22enne milanese, un anno fa a Parigi insieme a Filippo Celli (ancora lui) e al figlio d’arte Marco Florioli aveva vinto il Campionato del Mondo a squadre degli Amateur, risultando decisivo contro Ludvig Aberg, che a fine settembre di quest’anno ha giocato la Ryder Cup a Roma.
Ora è reduce fa un altro Mondiale, chiuso questa volta al quinto posto, ma dimostrando di essere ormai pronto per il grande salto, perché ha la testa e i colpi giusti. Una passione di famiglia, perché il padre è professionista e fa anche il maestro al Golf Ambrosiano di Milano.
Lui ha mosso i primi passi lì, vincendo a 12 anni il titolo italiano Baby, dopo il quale ne sono arrivati altri duie sempre nelle categorie giovanili. Quando ha avuto l’età giusta è volato negli Stati Uniti, che è sempre la scuola migliore per imparare, frequentando la Virginia University con profitto tanto negli studi quanto sul green come dimostra la storica qualificazione alle Finali del campionato NCAA.
Quest’anno si è laureato in economia ma per ora il suo lavoro resta quello del golfista. Come ha confessato a La Gazzetta dello Sport, il sogno è arrivate nel Challenge Tour, ma nel caso ripartirà dall’Alps Tour, che è il circuito minore, oppure da quello asiatico. In attesa che la fidanzata statunitense, Victoria, lo raggiunga in Italia ora ha una missione.
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