Caos e polemiche nel mondo del golf per le vittorie di Hailey Davidson che adesso punta al Tour: è la prima golfista nata uomo a farcela
Il golf sta vivendo un periodo molto particolare per quanto riguarda i parametri da seguire per i tornei maschili e femminili. Già, perché Hailey Davidson è la prima golfista nata uomo ad aver vinto gare femminili. E’ accaduto nel 2021 a Davenport, in un torneo minore statunitense.
Fino al 2015 gareggiava tra gli uomini, ma la terapia ormonale e l’intervento di riassegnazione di genere tre anni fa le hanno praticamente cambiato la vita e la carriera. E infatti appassionati e addetti ai lavori sono divisi per il primo caso transgender nel golf.
Tre mesi fa è andata vicina alla conquista del pass per lo US Open come prima delle non qualificate e come tutte le sue colleghe ha intrapreso la trafila delle Qualifyng school. Centinaia di golfiste si sfidano in giro per gli USA per passare i vari turni e staccare la carta per il Tour.
Hailey Davidson ha vinto le prime fasi al Rancho Village, in California, e dal 15 al 18 ottobre punterà a vincere anche il prossimo giro in Florida, per poi arrivare a giocarsi la finale in Alabama a dicembre.
Hailey Davidson tra inclusione e divisioni: cosa sta succedendo
Sono state tante le critiche ricevute da Hailey Davidson, come per esempio da parte di Amy Olson che l’ha definita “sleale“. La Olson pensa alle colleghe “che hanno lavorato duramente e troppo a lungo per essere costrette a gareggiare contro un uomo. La strada giusta sarebbe basare la politica sul sesso e non sul genere“.
La madre del tennista Andy Murray, Judy, ha definito sbagliato il cammino golfistico della Davidson. Mentre una golfista dietro l’anonimato ha parlato al giornalista Mark Harris andandoci giù pesante: “Un cane castrato maschio resta sempre maschio, non lo chiamiamo cane femmina“.
La LPGA Tour, in ogni caso, ha scelto la strada dell’inclusione. Dal 2010 non è più obbligatorio essere di sesso femminile dalla nascita per giocare sul Tour. Serve una dichiarazione scritta dove si autocertifica di essere donna, la nota medica dell’intervento di riassegnazione di genere e un certificato di terapia ormonale svolta per almeno un anno per mantenere i livelli di testosterone in uno specifico lasso di tempo. Insomma, la vicenda è destinata a far parlare parecchio per tanti anni.