L’annuncio del passaggio di Hamilton alla Ferrari è stato tanto clamoroso quanto apprezzato e non solo dai tifosi della scuderia di Maranello.
Un tale accordo ha una portata non solo sportiva ma anche economica davvero degna di nota. Il 2024 rischia di essere un lungo ponte verso l’attesissimo 2025. Il pilota più forte sulla macchina più amata, per la gioia di tutti.
L’annuncio dell’ingaggio di Hamilton da parte della Ferrari è stato certamente il momento di massimo apice per la Formula 1 degli ultimi anni. Un accordo pesantissimo per quanto concerne la passione dei tifosi che potranno godersi il pilota più vincente nella scuderia più amata. Per capire quanto sia fruttuoso a livello sportivo questo matrimonio bisognerà attendere il 2025 e l’esito della pista, ma di certo da un punto di vista del marketing si possono già trarre delle conclusioni.
Avere un sette volte campione del mondo che insegue il record unico dell’ottavo titolo proprio con la macchina che fu di Michael Schumacher non ha prezzo. Una sceneggiatura da film di Hollywood con quello che forse più di tutti gli altri piloti del Circus sembra essere un divo americano mancato.
Lewis arriverà a Maranello a 40 anni compiuti ma ciò non toglie che lo farà con la consueta passione e voglia di vincere. D’altronde basti vedere i risultati di Alonso per capire come la carriera dei driver di F1 si è spostata in avanti di almeno un lustro.
A commentare l’arrivo di Lewis Hamilton nel team del Cavallino Rampante ci ha pensato anche Stefano Domenicali, che oltre ad essere l’attuale presidente e CEO di F1 è stato anche per tanti anni il team principal della Rossa. Domenicali arrivò a Maranello nel 1991 e c’è rimasto fino al 2014, partecipando a tutta l’era Schumacher e prendendo l’eredità di Jean Todt dal 2008.
Parlando ai microfoni di sportmediaset.it, il capo della Formula 1 ha dichiarato: “Hamilton in Ferrari è una notizia che ha avuto un riscontro straordinario non solo in Italia, ma in tutto il mondo”.
Poi aggiunge: “Per tutto quello che potrà succedere in Ferrari e anche in Mercedes non potrà che esserci un beneficio anche per l’interesse del nostro campionato”. Insomma guardandola con l’ottica del manager non si può che promuovere la mossa del presidente John Elkann.
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