Il sette volte campione del mondo racconta di aver ricevuto un’offerta dal team di Maranello. Ecco perché non se n’è fatto nulla
Circa un mesetto fa, Lewis Hamilton ha firmato un nuovo contratto allungando il matrimonio che lo lega alla Mercedes fino alla fine della stagione 2025. Un accordo arrivato al termine di un lungo tira e molla, durante il quale non sono mancati dubbi e tentazioni, nonostante le due parti in causa abbiano sempre manifestato l’intenzione di chiudere la trattativa positivamente.
Già, dubbi e tentazioni. Da una parte la Mercedes ha riflettuto su quanto fosse opportuno continuare a puntare su un pilota che inizierà il prossimo campionato a 39 anni compiuti. Dall’altra Hamilton, considerata la poca competitività del team di Brackley nell’ultimo biennio, ha valutato la possibilità di proseguire la propria carriera altrove. Anche perché le alternative per farlo non gli mancavano…
Tra le squadre che avrebbero ben volentieri soffiato il sette volte campione del mondo alla Mercedes c’è la Ferrari. Non è un mistero, infatti, che il pilota britannico sia sempre stato un pupillo del presidente John Elkann, voglioso di rilanciare la squadra con un sodalizio che avrebbe fatto schizzare le quotazioni del Cavallino, in pista e altrove. Anche al team principal della Rossa, Frederic Vasseur, non sarebbe dispiaciuto un approdo di Lewis a Maranello, dal momento che sono legati da un rapporto di grande stima reciproca: il francese fu uno dei primi a credere in Hamilton quando era ancora un ragazzino.
Ebbene, durante il tira e molla di cui vi parlavamo prima, la Ferrari ci ha provato a convincere Hamilton a sposare il progetto della Scuderia. E lo ha fatto senza passare per vie traverse, contattando direttamente il pilota, come ha raccontato lo stesso nativo di Stevenage in una recente intervista rilasciata ai microfoni di Blick. “Ho avuto qualche conversazione informale con Maranello, conosco tanta brava gente lì”, ha ammesso Hamilton ai colleghi della nota testata svizzera. Qual è il motivo che lo ha portato a scegliere ancora la stella a tre punte? La risposta del sette volte iridato è semplice: “Non mi sono mai sentito pronto per trasferirmi in Italia. Ho sempre corso con un motore Mercedes, non ho mai davvero pensato di cambiare”.
Parole che testimoniano alla perfezione il legame di cemento che c’è tra Lewis e il team tedesco. Parole che, assieme ai fatti, rappresentano un aneddoto che in futuro verrà ricordato come adesso ricordiamo del mancato trasferimento di Senna in Ferrari.
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