Per una vera esperienza di golf e vacanza all’estero è necessario puntare sulle origini: i migliori campi in Scozia, Inghilterra e Irlanda.
Giocare a golf nella storia, chi non lo ha mai sognato? E allora, nulla meglio della Gran Bretagna, dove questo sport è nato, per un viaggio iconico alla scoperta delle radici. Perché solo lì ci sono campi che pure nella loro modernità conservano il sapore della tradizione.
Campo da Open, il torneo più antico al mondo. Come l’Old Course di St Andrews, nel Fife in Scozia, che non teme rivali. Documenti ufficiali datano al XV secolo i primi tentativi di praticare il golf lungo le sue scogliere e da allora non è cambiato nulla. Al di là dei costi, giocare lì non è semplice, ma un modo c’è. Il club organizza un sistema di ballottaggio per almeno la metà dei tee time, estratti con 48 ore di anticipo.
Chi fosse interessato dovrà fornire i nomi dei giocatori, circolo di appartenenza e dettagli sull’handicap che è di 24 per gli uomini e 36 per le donne due giorni prima. Poi aspetterà di vedere se è tra i fortunati Qui si sono giocate ben 29 edizioni degli Open Championship, compresa quella del 1995 che Costantino Rocca ha perso ai playoff da John Daly. E le sue buche fatte di green enormi, a partire da quelle che concludono il percorso tra la 16 e la 18, sono leggendarie.
Da molti però il campo numero uno al mondo è considerato il Royal County Down di Newcastle, nell’Irlanda meridionale. Inaugurato nel 1889, oggi dispone di due campi links da 18 buche affacciati sul mare, il Championship Course e l’Annesley Links. E nella top 3 del tuo viaggio non può mancare lo scozzese Muirfield, nato nel 1891 nei pressi di Edimburgo. Un disegno innovativo fin dalle sue origini, perché diviso in due anelli di nove buche, uno in senso orario e l’altro in senso antiorario. Questo significa quindi che il vento cambierà spesso.
I migliori campi da Golf all’estero: Scozia, Irlanda e Inghilterra, un viaggio nella storia
Non è così famoso, ma altrettanto speciale il Royal Dornoch, nel profondo nord della Svozia vicino a Inverness. Un campo senza tempo, selvaggio e spettacolare come solo i links scozzesi possono essere, caratterizzato da molti green costruiti su altipiani naturali rialzati. E il suo layout ha dato spunto ad altri circoli famosi nel mondo, anche negli Stati Uniti.
Sempre in Scozia, anche il Carnoustie Golf Links. Il percorso stato modificato in modo importante negli anni, anche se ha mantenuto il disegnoutilizzato dal 1926, e molti bunker sono stati ricostruiti oppure aggiunti. Questo è anche il campo del trionfo di Francesco Molinari nell’Open Championship 2018.
Torniamo in Irlanda con il Ballybunion Golf Club, fondato nel 1893. Davvero una sfida emozionante, anche perché il vento marino da quielle parti è assolutamente imprevedibile e può condizionare in modo decisivo il gioco. Non poteva però mancare l’Inghilterra in questa carrellata. Due circoli su tutti: il Royal Birkdale Golf Club, nato nel 1889, e che ha visto altermarsi tre generazioni della famiglia Hawtree come designer. Rientra tra i primi 20 circoli al mondo. E poi il Royal St. George’s Golf Club a Sandwich, vicino alla costa nella baia di Pegwell.
Ha ospitato l’Open Championship per 14 volte da quando è stato fondato nel 1887 ed è uno dei più belli e impegnativi din Inghilterra. Giocando si gode anche di viste mozzafiato sul canale della Manica, in un angolo suggestivo del Kent. Infine guardiamo al futuro. Nel 2027 la Ryder Cup tornerà in Irlanda, più precisamente ad Adare Manor, nella contea di Limerick. Completamente ridisegnato e ricostruito sette anni fa, è un campo nel quale la strategia fa grande differenza, per precisa scelta del suo architetto, il leggendario Tom Fazio.