Questa è la mia frase preferita. Tantissime volte me la sono sentita dire da un neo-allievo come motivazione per cui si inizia a giocare a golf. Rido ancora adesso. Il Golf è uno sport bellissimo ma a volte è davvero difficile dargli l’aggettivo rilassante. Ne sanno qualcosa anche due campioni come Simon Dyson e Pablo Larrazabal, che oggi in campo hanno dato esempio di ciò che… non si deve fare.
Scherzi a parte, ho voluto scrivere quest’articolo proprio prendendo spunto dall’ultimo giro in Spagna, dominato da un gioco perfetto e impeccabile, anche mentalmente, del nostro Francesco Molinari.
A volte però la tensione può giocare davvero brutti scherzi, pensate a quanto hanno combinato oggi sul campo Simon Dyson e Pablo Larrazabal, che, senza nulla togliere alla vittoria di Chicco, avevano margine in partenza e se lo sono giocato veramente male. Si anche per colpa di tee shot e colpi al green decisamente sbagliati, ma di sicuro i colpi che più ricorderanno saranno quelli sbagliati per l’emotività e non per lo swing.
Mi riferisco a tutti quei putts corti e quegli approcci sballati che sono costati in focus e attenzione sul vero e unico compito: giocare colpo per colpo.
In più le scene di disperazione e di colpevolizzazione di un fantomatico pubblico rumoroso non hanno di certo alleggerito al situazione.
Purtroppo conosco quello stato mentale, direttamente, però so anche quanto sia deprimente ritrovarsi la domenica sera, a freddo, e ripensare a quanti colpi si sono lasciati sul campo per via delle intemperanze e di uno stato emotivo rabbioso e frustrato.
Un paio di errori banali, con il putter e con qualche approccio sbagliato in malo modo, ed ecco che i due giocatori (Dyson e Larrazabal), che ho preso come esempio da non seguire, entrano in uno stato mentale che a volte mi ricorda quello di una valanga, cioè di una massa rabbiosa che rotola a valle senza controllo e che diventa sempre più grossa fino a che non sbatte contro qualcosa.
La situazione
Il problema è quindi quello di entrare in uno stato emotivo altamente energizzato ma in negativo e di non riuscire ad incanalare tali energie in nessun modo se non quello autodistruttivo.
Sintomi
- Avere fretta di giocare o di finire
- Saltare alle conclusioni, ovvero vedersi già a fine giro con lo score rovinato dagli eventi appena accaduti
- Cercare un capro espiatorio, non vale per tutti (vedi sotto)
- Auto critica, non costruttiva ma con il solo scopo di buttarsi ulteriormente giù
Cosa fare
Stare calmi, eheh no scherzo, questo non vuol dire proprio nulla. Non esiste una cura che valga per tutti, siamo tutti troppo diversi. In linea di massima non posso neanche dire che un piccolo segno di arrabbiatura possa essere da condannare, anche se questo certo non giustifica un vero gesto di stizza, mi riferisco per lo più ad un semplice e dignitoso grugnito che non arrechi fastidio a nessuno. Io, ad esempio, di carattere non sono certo docile ed impassibile per cui non riuscirei ad essere imperturbabile come un Francesco Molinari o Matteo Manassero. Detto questo il miglior consiglio che posso dare è quello di legarsi il più possibile al presente e cercare di focalizzarsi sul colpo a venire: il gioco del golf è semplicemente questo, fare al meglio ogni singolo colpo e contare tutto quanto alla fine.
Capire come gestire i momenti di crisi sul campo da golf è quello che separa un campione da un buon giocatore ed è quello che ci vuole per vincere con costanza, perché lo swing ed il buon gioco non ci possono essere per sempre e si deve trovare il modo di far rendere il proprio golf anche in condizioni non ottimali. Scaricare l’energia negativa in qualche modo, o nella determinazione o in una maggiore concentrazione può essere la chiave per fare ottimi score anche quando il gioco latita.