Una vita costellata di vittorie e incidenti drammatici, che hanno cambiato tutto: oggi come sta Alex Zanardi, lontano dal pubblico.
Dalla campagna bolognese sul tetto del mondo e ritorno, la vita di Alex Zanardi è sempre stato un ottovolante di emozioni. Solo che ora, da quasi quattro anni, lui che aveva un rapporto fortissimo con il pubblico e con gli altri atleti paralimpici, è costretto a stare isolato.
Eppure Alex è abituato a lottare, a tutti i livelli, e ha vissuto più vite in una vita sola. Il sogno, per chi vive in una terra di motori come l’Emilia, era quello di diventare un pilota di Formula 1. Lo ha realizzato correndo con Jordan, Minardi, Lotus e Williams.
Ha, in seguito, provato anche altre strade. Una di queste è stata della Formula Cart statunitense, oggi diventata Indycar. Due titoli clamorosi e meritatissimi, con sorpassi che sono passati alla storia come quello di Laguna Seca ai danni di Bryan Herta nel 1996. Un mondo che gli ha dato molto ma ha rischiato di portargli anche via tutto. Nel settembre 2001 sulla pista tedesca del Lausitzring, centrato involontariamente da Alex Tagliani, ha rischiato la vita e subìto diversi arresti cardiaci. In tutto sono servite ben 16 operazioni, ma alla fine tornato in piedi non solo in senso figurato.
L’amputazione delle gambe, unica soluzione per vivere, rischiava di essere la sua fine e invece si è trasformata in un nuovo inizio. Ha continuato a vivere il mondo dei motori, scoprendo abilità nuove, ma ha anche scoperto il mondo della Handbike. Così nel 2007 ha partecipato per la prima volta alla Maratona di New York e ha trovato la sua nuova via, da sportivo e come testimonial. E si è trasformato in atleta paralimpico con grandissimi risultati. Quattro ori, nelle Paralimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016, aspettando quelle di Tokyo 2020.
Tutto è cambiato però ancora una volta con il Covid e la pandemia mondiale. Le Paralimpiadi sono state rinviate di un anno e così lui è partito con un altro progetto, aspettando di partire per il Giappone con gli altri compagni.
La nuova missione si chiamava Obiettivo Tricolore, staffetta ideata per rendere consapevole il pubblico sul tema della disabilità sportiva. Una specie di Giro d’Italia in Handbike, nell’estate del 2020, per dare un segnale alla sua nazione che stava soffrendo.
Nel corso di una delle tappe, in provincia di Siena, lo scontro con un camion che gli ha provocato danni terribili. Prima il ricovero al Policlinico Le Scotte di Siena con altri interventi per stabilizzarlo, poi le tappe in centri specializzati per la riabilitazione. E da allora, come è comprensibile, il silenzio della famiglia.
L’ultimo bollettino medico è quello all’ospedale San Bortolo di Vicenza, la struttura che lo segue nel reparto guidato dal dottor Giannettore Bertagnoni. Era stato ricoverato dopo il drammatico incendio nella sua villa di Noventa Padovana, nell’estate 2022. All’atto delle dimissioni, l’ospedale aveva fatto sapere che le condizioni erano stabili.
Intanto prima e dopo ci sono state anche le cure in una struttura specializzata a Ravenna dotata di camera iperbarica e ora Zanardi è seguito costantemente da specialisti. Qualche tempo fa sono arrivate alcune indiscrezioni. Il campione riuscirebbe a muovere gli occhi e alcune dita, un primo passo importante in un percorso che si annuncia ancora lungo.
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