Alla fine la parti hanno trovato un accordo che soddisfa tutti: è partita la richiesta di patteggiamento, sono meno di 4 anni.
Quanto vale la vita di un uomo, sportivo o meno? Meno di 4 anni, almeno in questa specifica circostanza. Perché sta per arrivare al termine una delle vicende più dolorose degli ultimi anni che ha coinvolto di persona un grande campione.
Tutto è cominciato il 30 novembre 2022 sulle strade del Vicentino. Lì era solito allenarsi quasi tutti i giorni Davide Rebellin e lo faceva anche allora, pur avendo ormai appeso la bici al chiodo. Ormai aveva 51 anni, da professionista era riuscito a vincere quasi tutto, con il Giro del Veneto aveva salutato il gruppo.
Una carriera lunghissima, quella del ciclista veronese classe 1971. Era passato professionista poco dopo le Olimpiadi di Barcellona ’92 vinte dall’altro azzurro Paolo Casartelli. Prima corsa nel Gran Premio di Camaiore di quell’anno e da lì era partita la sua cavalcata. In tutto 70 vittorie tra i Profesionisti con diverse perle. Tre volte la Freccia Vallone (nel 2004, 2007 e 2009) ma anche la Liegi-Bastogne-Liegi nel 2004. E lo stesso anno conquistò anche l’Amstel Golden Race.
Nel 2008 a Pechino vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi nella prova in linea, ma a causa di una positività molto discussa quella medaglia gli è stata tolta. Sette anni dopo, un tribunale italiano lo aveva assolto. Però da quella presunta positività la sua carriera era anche cambiata anche se Davide non aveva mai mollato. Ultimo simbolo di una generazione d’oro del ciclismo italiano, quella di Marco Pantani e non solo, aveva continuato per dovere e per piacere.
Il patteggiamento è UFFICIALE: adesso la richiesta è stata accettata da tutti
Il tempo del ritiro, per aprire un nuovo capitolo della storia, era arrivato anche per lui che però non si è goduto la tranquillità. In bici stava percorrendo la strada Regionale 11, a Montebello Vicentino, vicino a dove viveva. Un camion, uscendo dallo svincolo nei pressi di un ristorante, aveva colpito e travolto il campione per il quale non c’era stato nulla da fare.
L’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza è stata rapida e precisa. Ascoltando le testimonianze di chi aveva assistito all’incidente ma anche visionando le immagini delle telecamere presenti in zona era arrivata ad una conclusione. Rebellin era stato colpito mortalmente da un mezzo condotto dal 63enne autista tedesco Wolfgang Rieke. Lui se n’era accorto, senza fermarsi a soccorrerlo e tirando dritto.
Dopo che l’uomo era stato arrestato in Germania, è cominciata la sua vicenda giudiziaria che adesso è arrivata ad un punto fermo. L’accusa ha accettato la richiesta di patteggiamento presentata dai suoi legali. In tutto tre anni e 11 mesi con la probabile concessione dei domiciliari. Inoltre la famiglia di Rebellin è stata risarcita con la somma di 825 mila euro, arrivati dall’assicurazione della ditta.
In realtà bisognerà attendere l’11 marzo prossimo, quando è in calendario l’udienza del processo a carico di Rieke. In udienza preliminare l’accordo era stato respinto, ma ora che la domanda è stata riformulata dalla difesa, sarà accettata perché il pubblico ministero ha dato l’assenso e il giudice, fra poco più di un mese, dovrebbe semplicemente convalidare l’accordo trovato tra le parti.
La conferma è arrivata anche dai legali della famiglia di Rebellin, soddisfatta soprattutto per la determinazione degli investigatori e della giustizia italiana. Sembrava difficile che il colpevole fosse arrestato in Germania e invece è successo, garantendo così anche un processo. Non riporterà il vita Davide, ma almeno sarà fatta giustizia.