John Solheim è il Signor PING, figlio del mitico Karsten Solheim, fondatore della casa americana produttrice di bastoni da golf da più di 50 anni. Rilevare il ruolo di Karsten Solheim poteva essere un’impresa impossibile, ma John ha saputo essere all’altezza, continuando il cammino di famiglia creando sempre nuovi prodotti innovativi e di strepitoso successo per i golfisti di tutto il mondo. Proprio pochi giorni fa John Solheim era di passaggio a Milano per una vacanza con la famiglia e si è reso disponibile per un’intervista.
L’incontro a dire il vero è stato organizzato al fine di realizzare una bellissima intervista che troverete nel prossimo numero di Style Golf, il magazine del Corriere della Sera. La loro intervista ha come tema principale l’aspetto business per l’azienda PING e quindi ho colto al volo l’occasione per realizzare una seconda intervista con alcune domande a sfondo prettamente golfistico.
Nell’intera mattinata in cui John Solheim si è gentilmente concesso, ho anche avuto modo di vedere all’opera un fotografo professionista che ha realizzato un sacco di scatti in diverse pose, tra cui quella che vedete in testa all’articolo. (grazie Stefano Gilera)
Ecco le domande che gli ho rivolto:
AB: in che modo lei è coinvolto nello sviluppo dei nuovi prodotti PING?
JS: PING ha un team di persone che è responsabile dello sviluppo dei prodotti. Alcune delle idee di partenza vengono anche direttamente da me o comunque in ogni fase sono io che do l’ok a procedere con quanto progettato. In ogni caso in PING abbiamo davvero un team fantastico che ogni giorno cresce e si migliora con l’esperienza.
AB: pensando alla storia dei modelli di bastoni da golf PING, di quale è più orgoglioso e perché?
JS: ovviamente il putter Anser e tutte le rivisitazioni che ne sono seguite. Non esiste bastone da golf che abbia avuto più successo di questo, ne per numero di vittorie ne per apprezzamento da parte di tutti i golfisti. Pensando invece ad oggi sono molto soddisfatto di tutta la linea i20, sia per la giocabilità che per il successo che ha avuto anche nei giocatori del tour.
AB: ci saranno delle conseguenze in merito alla sua recente proposta di utilizzare un ball rating? (in riferimento ad un suggerimento per arginare il problema della lunghezza dei campi e della difficoltà dei percorsi moderni o più antichi, maggiori dettagli in questo articolo)
JS: spero proprio di si. Nulla avverrà nel breve termine ed anzi la mia proposta è proprio ai fini di avere una reazione per una soluzione che fosse durevole nel tempo. Forse ci vorrà qualche generazione prima che chi ha il potere di decidere possa considerare la mia idea allettante, ma almeno da ora è li nella loro testa e quando sarà il momento ci penseranno, soprattutto per far si che il golf sia più divertente per il golfista medio.
AB: cose ne pensa del momento di crisi che il golf sta attraversando in questo momento? Quali misure si possono adottare, secondo lei, per aumentare il numero di partecipanti o perlomeno per ridurre il numero di golfisti che abbandonano il gioco?
JS: oggi siamo proprio in un brutto momento, principalmente per via dell’economia ed il golf purtroppo è una di quelle cose che è facile smettere di fare. In molti non vorrebbero smettere ma sono obbligati finanziariamente. Forse il giocare gare su 9 buche potrebbe diventare una soluzione per i problema del troppo tempo necessario al gioco, ma non come ora dove l’immaginario collettivo vede una partita di golf come quella a 18 buche. Magari iniziare a fare le gare giovanili sulla lunghezza delle 9 buche può dare più lustro alle gare su questa lunghezza rendendole più popolari.
AB: quale campione di golf del passato più le piace?
JS: Julius Boros, ha vinto il Phoenix Open e tecnicamente è stata la seconda vittoria sul tour con un putter PING, aveva uno swing bellissimo, non faceva mai le prove prima di tirare ed era semplicemente un colpitore di palla incredibile. Anche Arnold (Palmer) e Jack (Nicklaus) e purtroppo non ho mai visto giocare Bobby Jones, ma dovendo pensare ad un giocatore dei tempi passati la mia scelta cade su Julius Boros.
AB: chi, tra i giocatori odierni, vorrebbe aggiungere alla scuderia dei giocatori PING?
JS: prima di tutto sono davvero contento dei giocatori che abbiamo a partire da Bubba Watson, Hunter Mahan, Lee Westwood, Miguel-Angle Jimenez e tutti gli altri comprese le nuove leve. Ma se proprio dovessi aggiungere un giocatore che ancora non abbiamo sceglierei Webb Simpson, una persona fantastica ed un grande giocatore.
AB: ogni quanto gioca a golf? Cosa c’è nella sua sacca? Testa personalmente i nuovi prodotti PING?
JS: purtroppo al momento sono a riposo a seguito di un fastidio alla spalla, ma spero presto di riprendere a giocare, spesso partecipo alle pro-am prima di un open. Si, quando gioco, provo personalmente i nuovi prodotti in fase di sviluppo. Nella mia sacca, da ben prima del loro lancio sul mercato, ci sono legni e ferri i20.
AB: Tiger Woods riuscirà a superare il record di major vinti di Jack Nicklaus?
JS: si so che il mondo è diviso su questo tema, è difficile a dirsi. Tiger ha giocato male, finora nei majors, ma queste 3 vittorie del 2012 possono infondere fiducia e vediamo quindi come si comporterà nel prossimo Open Championship.
E’ stato davvero emozionante sedersi a chiacchierare con un personaggio così importante nel panorama del golf mondiale, in realtà si è dimostrata una persona molto disponibile anche in un momento di assoluto relax come le sue vacanze.
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