La recente vittoria ai danni di Sinner ha un significato importante per il rivale: sue parole commuovono tutti.
A Montreal, Canada, il Master 1000 prosegue senza il numero uno al mondo del tennis: Jannik Sinner. L’azzurro, reduce da una fastidiosa tonsillite che non gli ha dato tregua tra fine luglio e inizio agosto, ha alzato bandiera bianca. Contro il russo Andrey Rublev non ha potuto fare altro che accettare un ko bruciante soprattutto dal punto di vista del ranking Atp.
La fortuna dell’altoatesino, se vogliamo definirla così, è l’assenza in Canada dei pesi massimi Carlos Alcaraz e Novak Djokovic, il cui cammino alle ultime Olimpiadi è andato avanti fino in finale. Per il resto, il tennista di San Candido ha dimostrato che non ha ancora recuperato le forze dopo quella tonsillite acuta che non gli ha lasciato scampo.
A vincere l’incontro contro il numero uno è stato Andrey Rublev, che ha replicato anche contro il sanremese Matteo Arnaldi in semifinale. Per il russo un doppio successo che gli vale la finale contro Popyrin.
Il tennista russo è uno dei più talentuosi al mondo. Quando sta bene mentalmente e fisicamente, sono pochi quelli che riescono a tenergli testa, probabilmente solo Sinner e pochi altri. A Montreal ha dato prova che ora finalmente sta bene e che punta seriamente al secondo successo stagionale, dopo il Master 1000 di Madrid di qualche mese fa.
Rublev, di cui si parlava un gran bene a inizio carriera, non ha rispettato al cento per cento le aspettative iniziali a causa di problemi che lo hanno colto impreparato. “Avevo bisogno di questa partita per provare a me stesso che sono in grado di ottenere ottimi risultati“, ha detto il 26enne in conferenza stampa. “Sono davvero contento. Mentalmente non ero nel posto giusto, non so come dirlo, gli ultimi anni sono stati duri“.
Rublev ammette di aver lottato contro la depressione e lo ha fatto usando parole che sanno di libertà: “Ho cominciato a sentirmi un po’ meglio nelle ultime settimane, negli ultimi anni ho lottato contro la depressione“. Il russo spera ora di agguantare un secondo successo che sarebbe a dir poco rigenerante per uno come lui. Discontinuo ma a tratti realmente implacabile: Rublev insomma vuole rinascere dalle ceneri che lo avevano intrappolato e dimostrare che anche lui può puntare in alto.
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