Il campione azzurro viaggia a vele spiegate nella kermesse prestigiosa di Monte Carlo, e, dopo il ritiro di Alcaraz, le probabilità di rimanere al secondo posto sono aumentate.
Avanti un altro avversario. Sotto con un altro torneo, con l’obiettivo – ormai quasi obbligato, considerando quanto abbia abituato bene i suoi tifosi – di vincerlo. Jannik Sinner si è affacciato al prestigioso torneo di Monte Carlo pieno di speranze ma anche di legittimi dubbi, considerando che si tratta dell’esordio stagionale sulla terra rossa. Non esattamente la sua superficie preferita.
Esigenze strettamente di classifica – che però, giura il suo staff, non sono esattamente centrali nella testa del campione – imporrebbero di fare meglio di Carlos Alcaraz se si vuole mantenere il secondo posto del ranking mondiale. Il talento di San Candido (impegnato ai quarti di finale con Stuff) è obbligato raggiungere la semifinale considerando il ritiro dell’iberico che non è riuscito a raggiungere i quarti: questa la combinazione che consentirebbe a Jannik di tenersi stretta la seconda piazza conquistata a Miami col trionfo in finale.
Se Jannik dovesse superare lo scoglio rappresentato dal torneo del Principato, la strada verso il mantenimento del numero due del ranking – ma anche quella che porta ad insidiare il primo posto di Novak Djokovic – sarebbe assolutamente in discesa. L’azzurro ha infatti pochissimi punti da difendere rispetto ai suoi rivali, che nel 2023 hanno ottenuto prestigiosi risultati sulla terra battuta.
La stagione sul ‘rosso’ si concluderà col solito appuntamento del Roland Garros, i cui campi ospiteranno anche, a partire dal 26 luglio, il torneo Olimpico di tennis, inserito nell’affascinante kermesse dei Giochi. E proprio di Olimpiadi ha parlato Sinner, intervistato in questi giorni sia dal ‘Corriere della Sera‘ che da ‘La Stampa‘.
Nessuno ha dimenticato cosa accadde, alla vigilia dell’estate del 2021, quando il giocatore altoatesino fu scelto come uno degli atleti che avrebbe dovuto rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Sinner, che professionalmente era ancora agli ordini di Riccardo Piatti, declinò gentilmente l’invito, adducendo motivi di ‘crescita professionale’ che in quel momento non avrebbero contemplato uno stravolgimento del calendario in onore del pur prestigioso appuntamento a cinque cerchi.
Ora, tre anni dopo, è tutto diverso. Jannik ha ben chiaro il lustro che darebbe alla sua carriera un eventuale trionfo nel torneo di Parigi. La vittoria della Coppa Davis ha poi esaltato il senso di appartenenza dell’altoatesino, che ha fatto innamorare milioni di italiani con le sue imprese sul cemento di Malaga.
“Per me sarà la prima volta ai Giochi“, ha dichiarato un emozionato Sinner. “Ci sono atleti che hanno costruito la carriera sulle Olimpiadi e lavorano quattro anni per una gara. Secondo me è giusto che il portabandiera lo faccia chi ha già vinto una medaglia d’oro“, ha poi aggiunto il tennista chiudendo per il momento una questione sollevata nei giorni scorsi dal presidente del CONI Giovanni Malagò.
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