Intervento da parte della procura che ha iniziato ad indagare sul caso: tra i primi nomi usciti c’è anche quello di Massimiliano Allegri.
Appena qualche giorno fa la Juventus faceva i conti con la notizia ufficiale della squalifica di Paul Pogba: 4 anni lontano dal campo per il centrocampista trovato positivo al testosterone a margine della sfida con l’Udinese dello scorso 20 agosto. Ora una nuova tegola rischia di abbattersi sul club bianconero, tra i coinvolti nella vicenda c’è anche il nome di Massimo Allegri.
Fulmine a ciel sereno per il tecnico della Juventus che non si aspettava di vedere il suo nome comparire all’interno di una indagine di tali dimensioni. In seguito ai primi approfondimenti inerenti al caso già si parla di una vicenda mai vista prima nella storia italiana, non solo inerente al calcio. Qualcosa del genere non era ancora mai accaduto.
Per quanto riguarda il mondo del pallone, Allegri non è l’unico ad essere stato menzionato nelle indagini. Insieme a lui figurano anche altri esponenti della Juventus del passato, come l’ex presidente Andrea Agnelli e Cristiano Ronaldo, e persino il presidente della FIGC Gabriele Gravina.
Ad aver reso nota la vicenda è stata La Repubblica che ha parlato di spionaggio con il fine di ottenere informazioni personali su politici, personaggi pubblici e sportivi. I nomi incriminati sono quelli di Pasquale Striano, luogotenente della Guardia di Finanza accusato di aver fornito ad alcuni giornalisti le informazioni ricavate, e del suo ex capo Antonio Laudati. Lavoro per la procura di Perugia che ora dovrà fare luce sulla vicenda.
Tra le persone coinvolte a loro insaputa in questa ragnatela, oltre ai già citati Allegri e gli altri sportivi, ci sarebbero anche i membri appartenenti all’attuale governo. In sostanza Striano è accusato di aver condotto questi raccolta di dati e informazioni sensibili a titolo personale e, si apprende dalle indagini, “senza alcun motivo di servizio“. Situazione che rischia di far scoppiare un caso per quanto concerne la violazione della privacy.
In Italia le leggi sulla comunicazione e la condivisione di dati sensibili sono estremamente severe ma in seguito ad avvenimenti del genere, già giudicati epocali, potrebbero farsi ancora più aspre. Al momento il perché Striano abbia agito in questo modo, poiché non è stato accusato di corruzione, rimane da scoprire. La cosa certa è che chi di dovere sta già lavorando per capire il perché di tali azioni.
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