La bufera Sinner continua: ecco la prova definitiva

Il campione altoatesino è sotto accusa da una parte del mondo del tennis per la positività al Clostebol: il caso analogo però lo scagiona.

Un vero e proprio terremoto. I cui movimenti tellurici covavano dallo scorso aprile, salvo manifestarsi in scosse vere e proprie solo il 20 agosto, due giorni dopo l’ennesimo trionfo di Jannik Sinner – il quinto stagionale di un 2024 da sogno – sul cemento di Cincinnati.

Sinner, spunta la prova decisiva
Jannik Sinner, c’è un caso che fa giurisprudenza (LaPresse) – Tshot.it

Come un fulmine a ciel sereno – anche per ovvi motivi di riservatezza e privacy, nulla sarebbe potuto emergere alla luce del sole prima – l’Itia (l’International Tennis Integrity Agency) ha emesso la sua sentenza su un clamoroso caso di doping che ha coinvolto il campione azzurro al torneo di Indian Wells, svoltosi nello scorso mese di marzo. La vicenda è ormai nota a tutti.

Nelle urine del numero uno del mondo sono state trovate tracce davvero infinitesimali – inferiori al miliardesimo di grammo – di Clostebol. Trattasi di una sostanza dopante il cui principio attivo è presente in alcune pomate cicatrizzanti. Come ad esempio il Trofodermin, usato in precedenza dal fisioterapista personale del tennista, Giacomo Naldi, per curare una ferita al mignolo della mano sinistra.

Trattando il suo assistito per dei dolori riscontrati durante la competizione californiana, tracce irrisorie dell’unguento sono entrate in contatto con lesioni della pelle presenti sul corpo dell’atleta. Da qui la rilevazione della sostanza dopante. Con tanto di indagini, prove portate a supporto e relativa sentenza. Emessa proprio poche ore fa.

Jannik è stato ritenuto innocente dal punto di vista della volontarietà e del dolo. Ma responsabile per delle azioni compiute da un membro del suo staff. La pena inflitta non ha comportato squalifiche o sospensioni. Il campione ha però dovuto rinunciare ai 400 punti accumulati nel torneo. Nonché ai 300mila euro di montepremi incassati grazie alla semifinale raggiunta.

Il caso Bortolotti: il precedente che scagiona Sinner

La ‘Gazzetta dello Sport’ ricorda come nel 2023 un altro tennista italiano, il doppista Marco Bortolotti, fu vittima dello stesso tipo di assunzione involontaria di una sostanza dopante. Trattasi incredibilmente sempre del Clostebol. Il 4 ottobre 2023 Bortolotti fu sottoposto al test durante il Challenger di Lisbona, col campione inviato nel laboratorio antidoping di Montreal, dove è stata riscontrata la positività. Il giocatore è stato avvisato della positività il 30 gennaio, con le controanalisi previste il giorno 13 del mese successivo.

Bortolotti: scagiona Sinner
Jannik Sinner, l’incubo di quanto accaduto ad Indian Wells può esser messo alle spalle (LaPresse) – Tshot.it

La nota ufficiale sulla vicenda – che ha comportato al 33enne tennista la perdita di 16 punti ATP e 440 euro di pena pecuniaria – ricalca in pieno il caso Sinner. Anche le conseguenze, come sottolineato, sono state le stesse: nessuna squalifica o sospensione dal circuito.

Bortolotti ha accettato che il Clostebol fosse presente nel suo campione, ma ha fornito una spiegazione. Il giocatore ha affermato di non aver avuto intenzione di imbrogliare. E di non aver ingerito consapevolmente il Clostebol, fornendo prove di contaminazione involontaria […]. Il laboratorio ha eseguito calcoli basati sull’esposizione di Bortolotti al Clostebol e sulla concentrazione rilevata nel loro campione e ha confermato che la spiegazione del giocatore era credibile“.

“L‘ITIA ha accettato che il giocatore abbia stabilito la fonte del metabolita del Clostebol nel suo campione di urina. E che non ci si potesse ragionevolmente aspettare che prendesse ulteriori precauzioni in relazione alla sua esposizione a una sostanza proibita. Nessuna sospensione provvisoria è entrata in vigore a seguito della pronta spiegazione di Bortolotti. E della tempestiva convalida da parte di esperti scientifici“, si conclude.

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