La confessione di un calciatore ex bianconero è diventata subito virale, un big del passato ha passato dei suoi trascorsi alla Juve.
Un ex calciatore ha parlato di cosa accadeva alla Juventus e di aver rischiato l’infarto. Le sue dichiarazioni sono al centro dell’attenzione e diventate subito un grande argomento sui social.
La Juventus di oggi è ben diversa rispetto a qualche stagione fa, il gruppo bianconero aveva monopolizzato il campionato italiano. I nove scudetti consecutivi sono entrati nella storia, la squadra allenata prima da Conte e poi da Allegri e Sarri avrebbe meritato forse maggior fortuna anche in Europa.
Uno dei calciatori che ha aperto il ciclo vincente si è confessato e le sue parole sono ancora molto discusse. Il suo apporto in bianconero è stato decisivo, l’attaccante è stato uno dei protagonisti nel 2011-2012 e ha parlato di quanto accaduto a Torino e dei rischi corsi.
La Juve e i metodi duri, parla il bomber
I suoi gol furono decisivi per la conquista dello scudetto ed è ricordato ancora con simpatia dai tifosi bianconeri. Marco Borriello ha raccontato i sei mesi passati alla Juventus e ha tratto un racconto abbastanza particolare dei metodi di allenamento di Antonio Conte. Il tecnico richiedeva massimi sforzi in ogni momento della vita calcistica, Borriello non era abituato a certi ritmi: “Allenandomi nella Juve con Conte sono arrivato a 196 battiti, era un passo prima dell’infarto…”.
Una battuta che Borriello ha usato per far capire quant’era l’intensità degli allenamenti bianconeri con il tecnico leccese, gli sforzi poi si vedevano senza dubbio in campo. La Juventus aveva una marcia in più in campo e anche Borriello in quei sei mesi di prestito dalla Roma diede il suo contributo: il gol decisivo realizzato a Cesena valse quasi mezzo scudetto. Il titolo vinto è stato un piacevole ricordo, Conte stesso ha avuto in passato parole d’elogio per l’attaccante che si era saputo inserire benissimo in un contesto in grande crescita.
Borriello ha confermato come il clima bianconero cambiò con Conte. Gli anni di delusioni si trasformarono in trionfo: “Il mister era un “mostro” anche nel preparare la partita, ti correggeva, ti migliorava ed era un maestro”. Calcio tecnico ma anche tanta intensità, ricette di una Serie A quasi dal sapore antico: “Nessuno mi ha fatto correre come Conte, Gasperini e Zeman… con loro in tre anni ho perso sei anni di carriera, e alla Roma non dormivo per la stanchezza”.