Venerdì scorso ho intravisto uno spiraglio di luce nel maltempo persistente sul nord italia, in particolare nella zona di Milano dove vivo, ed ho colto la palla al balzo per fare un’incursione in campo pratica. L’occasione è stata propizia anche perchè avevo appena scartato la mia nuova attrezzatura ed ero ovviamente impaziente di provarla, come un bambino con un nuovo giochino o forse dovrei dire come qualunque golfista che si rispetti.
In realtà, per vari motivi, era davvero un bel pò di tempo che non prendevo in mano un bastone da golf, più o meno da fine gennaio. Mi sono sentito come un mammut che improvvisamente viene sgelato dal pack antartico, ma dopo un pò di colpi mi sono scaldato e sono arrivato alla domanda delle domande: come evitare quel pull-hook che mi affligge da parecchio tempo? Immagino che questa sia una condizione che facilmente capita a molti golfisti, cioè quella di essere in campo pratica e di non avere a disposizione un parere autorevole a suggerire quali correzioni apportare al movimento. Ecco come affrontare la questione, partendo come esempio dalla mia situazione.
Prima di tutto è necessario identificare il problema e ricordate sempre che per problema si intende uno specifico volo di palla, tenere il gomito destro piegato o altri dettagli di movimento non sono mai il punto dal quale partire ma semmai la soluzione. Quindi nel mio caso il punto di partenza è stato il pull-hook.
Cos’è un pull-hook?
Quindi il mio bastone da golf, nei colpi sbagliati, arriva troppo dall’esterno e con la faccia del bastone chiusa rispetto alla traiettoria… fantastico… in effetti questa analisi è avvalorata dalla sensazione di impatto pesante sul tappetino e se fossi stato sull’erba avrei probabilmente visto delle zolle profonde.
Ricordate che quando l’angolo d’attacco è troppo verticale si hanno zolle profonde e con buona probabilità una traiettoria dall’esterno verso l’interno, al contrario quando i colpi sono troppo puliti o addirittura sono flappati vuol dire che l’angolo d’attacco è troppo piatto e questo in genere lo si ottiene a causa di una traiettoria troppo dall’interno verso l’esterno.
Tornando alla mia situazione è il momento di cercare una sensazione di movimento che sia collegata con l’analisi… le spalle e la loro azione. La mia sensazione è di avere le spalle in anticipo di rotazione nel downswing. Questo anticipo porta le braccia fuori piano ed il bastone dall’esterno all’impatto.
Ricerca della soluzione
La più immediata sarebbe quella di limitare o ritardare l’azione delle spalle ad inizio downswing, ma a dire il vero non ha funzionato o almeno su una percentuale di colpi troppo modesta. Quindi la seconda soluzione che mi è venuta in mente è stata quella di velocizzare la discesa delle braccia ad inizio downswing per fare in modo che le spalle non riuscissero a metterle fuori piano. Non sono proprio convinto che sia una soluzione a lungo termine ma di certo è quella che in campo pratica ha dato la più alta percentuale di colpi positivi. Anche nelle 9 buche che ho fatto dopo i colpi sono stati abbastanza buoni e senza che il pull-hook mi abbia rovinato il gioco, diciamo che qualche colpo fuori linea c’è stato comunque, ma senza che le conseguenze fossero davvero gravi.
Tutto ciò spero possa farvi capire quai processi mentali adottare per cercare di risolvere nell’immediato un problema di swing, soprattutto quando non avete il vostro maestro a disposizione. Quindi riassumendo:
In ogni caso consiglio poi di parlare di quanto avete provato a fare con lo swing con il vostro maestro e di pianificare una soluzione più a lungo termine.
Buona pratica!
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