Francesco Molinari è al momento il nostro giocatore di golf più quotato nel mondo. 2 vittorie in carriera sull’European Tour, di cui una nell’Open d’Italia nel 2006. 23° nella Race To Dubai 2011 con 744.000€ e 34° nel ranking mondiale. Il 2011 non ha ancora dato le meritate soddisfazioni al nostro giocatore torinese, ma non si sa mai che il finale di stagione non riservi qualche sorpresa.
Senza andare a cercare troppo lontano possiamo trovare nello swing di Francesco Molinari tutti i canoni della perfezione, semplicità, timing e potenza fanno del suo swing una macchina solida e precisa.
Notoriamente i “problemi” legati al suo gioco sono più del gioco corto, o meglio del putt, che manca in consistenza nel rendimento, consistenza che invece a quel livello fa la differenza tra un giocatore con lo swing ed il volo di palla perfetto ed uno che vince con costanza. Pensate ad esempio che l’attuale numero 1 al mondo, Luke Donald, ha da poco concluso la sua serie di buche in gara senza mai fare 3 putts. Ben 449 buche senza mai fare più di 2 putt. No dico sono (449/18) quasi 25 giri di golf senza macchia sul green.
Ma riguardo al gioco lungo chi di noi ha avuto il piacere di seguirlo in tv o dal vivo avrà notato che il suo è un gioco che spacca il fairway e che assedia le aste.
Ricordo di averlo “incrociato” pochi anni fa ad un Campionato della PGAI a Margara, vinto ovviamente, e che era stato messo in team con Costantino Rocca. Alla fine delle prime due giornate amici hanno chiesto a Rocca cosa pensasse del suo gioco corto, si insomma del suo modo di approcciare etc… dopo qualche istante di silenzio pensieroso Rocca ha dovuto ammettere che in effetti in 36 buche non lo aveva mai visto approcciare al green. Era in green sempre con i colpi regolamentari.
Torniamo allo swing di Chicco Molinari.
Anni di insegnamento e di gioco mi hanno fatto raggiungere la convinzione che la vera magia dello swing di un campione sia nella naturalezza con la quale muove il bastone, le braccia ed il corpo seguendo un dolce ritmo. Caratteristiche si possono vedere nello swing a video riportato sopra.
A questo va aggiunto il fattore potenza che comunque deve essere gestito da una corretta sequenza nel downswing, prima il movimento dei fianchi, poi il busto ed infine braccia e bastone.
Le linee sulle quali si muovono le braccia ed il bastone devono essere semplici e pulite, non per una questione estetica ma perchè solo così si può pensare di ripetere lo swing con consistenza e precisione.
Qua sotto il video con la ripresa frontale dove appunto si può ammirare la corretta transizione nel downswing.
Le prossime 2 settimane sarà in campo con il fratello, Edoardo Molinari, dapprima in Spagna e poi in Portogallo. Forza Chicco!