Da predestinato al rischio di diventare una meteora, Matteo Manassero ha saputo avere pazienza e ora è tornato a vincere
Era un predestinato, oggi non più esclusivamente per ragioni anagrafiche. Ma ora possiamo dirlo: Matteo Manassero è tornato anche se gli sono serviti dieci anni per ritrovarsi. E il golf italiano, che sta vivendo un momento florido a molti livelli, ha ritrovato un campione.
Non era ancora maggiorenne, Matteo, quando nel 2010 aveva vinto il suo primo tornato importante nel circuito dell’European Tour, il Castellò Masters in Spagna. Da lì, nel giro di 36 mesi, una grande vittoria all’anno sul circuito, completando il filotto con il BMW PGA Championship a Wentworth, quello che molti considerano come il quinto torneo dello Slam.
Dalla natia Negrar e dalla zona del Garda veronese si era trasferito al Royal Park I Roveri, il circolo della famiglia Agnelli alle porte di Torino. E attorno a lui, il golf italiano cominciava a costruire il suo futuro. Sponsor importanti, così come i suoi programmi, ma lì si è fermato tutto.
Mentre Francesco Molinari è andato avanti, vincendo anche negli Stati Uniti e ha raggiunto il suo apice nel 2018 con il successo nell’Open Championship e nella Ryder Cup di Parigi, Manassero invece è sparito, anno dopo anno e torneo dopo torneo, per non ritrovarsi più.
Come ha confessato in una recente intervista al quotidiano Libero, semplicemente si è ritrovato a gestire una situazione più grande di lui e una pressione che non conosceva. Gli mancavano gli strumenti per tenere alta l’attenzione, fuori e dentro il campo, e il suo gioco ne ha risentito.
Oggi che ha 30 anni, Matteo è rinato, come una Fenice. Mentre lui era via, o meglio non riusciva più a riemergere, è cambiato tutto. Il circuito europeo è sponsorizzato dagli arabi della DP e non a caso le finali sono a Dubai. Intanto è nato anche un terzo circuito, la LIV, sempre con fondi dai petrodollari e che fa concorrenza a statunitensi ed europei.
Ma lui non ci ha fatto caso. Semplicemente ha pensato a ricostruirsi. Nel settembre 2020 aveva vinto il Toscana Alps Open, torneo del terzo circuito europeo, ed era stato un timido segnale. Lo scorso anno invece giocando sul Challenge Tour, si era imposto in Danimarca nel Copenhagen Challenge e poi, a Sutri nell’Italian Challenge Open. Così ha riconquistato la ‘carta’ piena per giocare sul DP World Tour 2024 e lo sta facendo benissimo.
Come nel caso di Jannik Sinner, c’è una squadra che sta lavorando per farlo tornare grande anche se oggi è ancora e solo numero 381 al mondo. Con lui lavorano la mental-coach Alessandra Averna ma anche Roberto Zappa, head coach della Nazionale Italiana Femminile e voce di molti tornei su Sky Sport. E poi Soren Hansen, ex professionista danese che ha giocato anche la Ryder Cup.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti e ora è arrivata anche la prima vittoria della sua seconda era, nel Jonsson Workwear Open al Glendower Golf Club vicino a Johannesburg. Dopo un secondo giro da record con -11, ha chiuso a -26 con 4 birdies nelle ultime quattro buche. Ora tutto ha un senso e l’Italia ha una carta in più per le Olimpiadi 2024 di Parigi a fine luglio.
I fans di Paige Spiranac sono impazziti di gioia quando lei ha dato la grande…
Un altro stop per Francesco Molinari. Questo il verdetto arrivato poco fa per il golfista…
In queste ore si sta concludendo l'Italian Pro Tour con il campionato Nazionale Open Franco…
Non è la prima volta che si alzano delle polemiche per Phil Mickelson, le ultime…
Sta facendo discutere e non poco la grande novità prevista per la prossima edizione della…
Da un lato il numero uno al mondo Jannik Sinner e dall'altra Matteo Manassero, due…