La tecnica e i materiali sono fondamentali per chi gioca a golf, e ora arriva un nuovo strumento per essere più precisi sul green.
La storia insegna che lo sport non cambia, ma si modifica profondamente. Merito dell’evoluzione nei metodi di allenamenti, nelle tecniche ma anche nei materiali e vale anche per il golf. Una disciplina che si evolve anche grazie a particolari all’apparenza di poco conto, ma fondamentali. Come il marca-palla girevole, che ha appena debuttato nel PGA Tour.
Il più antico golf club è il Gentlemen Golfers di Leith, fondato nel 1744 in Scozia. Dieci anni dopo sono arrivate anche le regole ufficiali, quelle del Royal and Ancient Golf Club of St Andrews che ancora oggi il circolo più famoso al mondo, sede di numerosi Open Championship.
Da allora è cambiato tutto. L’acciaio e il titanio hanno sostituito il legno, si sono evolute le palline e le scarpe, i ferri come i wedge. Ma in fondo non è cambiato nulla, perché lo scopo resta sempre quello di chiudere il giro in meno colpi degli avversari.
C’è una parte che però molti, soprattutto quelli che hanno cominciato da poco, trascurano o almeno mettono in secondo piano. Perché erroneamente il gioco sul green e quindi con il putter, arriva sempre dopo i colpi di partenza e quelli di approccio. Capita ai principianti, molto meno chiaramente ai professionisti che però anche in questo settore possono andare in crisi. E allora ci si può affidare a strumenti che aiutano a migliorare movimenti e tecnica.
Un putt corretto richiede anche un movimento corretto. La base è sulla carta facile: riuscire a tenere immobili i polsi e la parte bassa del corpo, quella che parte dal bacino, facendo oscillare solo le spalle e le braccia. Poi però bisogna anche cambiare l’impugnatura rispetto ad un colpo normale e restare più allineati rispetto alla buca.
Tutte tecniche che si imparano con il tempo, così come i movimenti della testa che non deve subito seguire il percorso della pallina. E poi ci sono le pendenze del green, per capire se mirare più verso il centro della buca oppure puntare a sinistra o destra. Ma anche le ondulazioni, il taglio dell’erba, il vento.
Variabili che un professionista sa considerare e calcolare. Eppure dal vivo oppure in tv o suoi device, vediamo errori marchiani anche di chi putta. E allora ci serve lo strumento giusto, che in realtà esiste già anche se pochi lo conoscono. Sto parlando del marca-palla che ogni giocatore deve usare soprattutto sul green per segnare la posizione della sua pallina da golf.
Si piazza dietro la pallina prima di tirarla su e permettere così agli altri di giocare, questo lo insegnano tutte le scuole di golf. Può essere anche una moneta, certo, ma ormai tutti o quasi usano un marchino tondo in plastica. Quello utilizzato la settimana scorsa da Kevin Streelman nel Valspar Championship, torneo del PGA Tour, però è speciale. Un disegno particolare della ditta che lo rifornisce, perché questo marchino è girevole e quindi può essere orientato verso la buca.
Qual è il vantaggio, almeno teorico? Aiuta a vedere la linea giusta per imbucare perché composto da due parti: quella di sotto si fissa sul green e quella di sopra può essere girata, con una linea al centro che indica la via. Al momento non esiste una produzione massiva di questo marchino, anche se un modello simile si trova già su Amazon, Ma se dovesse funzionare davvero, diventerà un must.
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