Testata Zidane a Materazzi: ecco nuovi racconti su questo episodio, che ha fatto la storia ed è diventata un cult per una finale Mondiale.
A distanza di anni, ecco il racconto di Marco Materazzi che nel corso di un’intervista rilasciata al Times, si è soffermato riguardo l’episodio che l’ha visto protagonista – suo malgrado – durante la finale dei Mondiali 2006 contro la Francia.
Sono passati quasi 18 anni dalla finale di Berlino del 2006. Marco Materazzi è tornato a parlare del famoso episodio della testata di Zidane, che portò all’espulsione del francese.
Testata Zidane a Materazzi: l’ex difensore svela un retroscena
Arrivano nuove rivelazione da parte di Marco Materazzi riguardo la testata di Zidane nel 2006.
C’è una novità raccontata dal difensore che è tornato a parlare di quell’episodio che, ancora oggi, è ricordato.
Ecco il ricordo dell’ex difensore, protagonista nella finale del 2006 con la rete del definitivo 1-1 che portò poi l’Italia ai calci di rigore e alla vittoria finale del Mondiale.
“Quell’episodio non rende giustizia a quella che è stata la mia carriera da calciatore. Non mi piace parlarne. Non sarebbe dovuto succedere. Nella tensione di quella finale, tra insulti e battibecchi, Zidane voleva darmi la sua maglia ma io rifiutai e risposti che avrei preferito sua sorella. Poi si girò e successe quello che tutti ricordano. Da quel momento non ho più rivisto Zinedine”.
Materazzi ripercorre la sua carriera all’Inter
Non solo la testata di Zidane, Materazzi nel corso dell’intervista ha ricordato anche la forte stima per Mourinho e la stagione 2010 che portò al triplete dell’Inter.
“Ricondividere il campo con gente come Julio Cesar, Maicon, Zanetti, Lucio, Sneijder, Cambiasso, Figo o Diego Milito è un misto di felicità e nostalgia. Ciò che mi manca di più è lo spogliatoio. Quella sensazione di avere una famiglia fuori dalla tua, persone con cui vivi ogni giorno e con cui condividi tutto”.
Mourinho? Il miglior allenatore che ho avuto. Ero abituato a essere importante, a fare il capitano, ma con Mourinho ho cominciato a perdere importanza. Ma è stato onesto con me fin dal primo momento. Addio dopo la finale? Abbiamo pianto. Gli ho chiesto perché se ne andava, perché mi lasciava solo? Ero convinto che con Mourinho avremmo potuto continuare a vincere, magari non un’altra Champions League, ma altri titoli. Ma aveva già deciso di partire per il Real Madrid”.