I bianconeri sono reduce da una campagna trasferimenti al minimo sindacale. Ecco cosa è successo e perché.
La Juventus, dopo quattro giornate di campionato che hanno fatto credere ai propri tifosi di poter tornare a livelli importanti, sabato 23 settembre è caduta rovinosamente. Una settimana prima aveva dominato la gara con la Lazio, contro il Sassuolo una debacle difficile da spiegare. La squadra di Alessio Dionisi, reduce dal ko per 4-2 allo Stirpe di Frosinone, ha riservato lo stesso trattamento alla Vecchia Signora.
Per i bianconeri è arrivata la prima sconfitta in campionato, rovescio macchiato sia dalla papera inziale di Szczesny, sia dall’incredibile autorete di gatti che ha fissato lo score conclusivo. La sconfitta ha riacceso le discussioni sulla reale forza della squadra di Massimiliano Allegri. Il tecnico non ha mai parlato di scudetto ma di obiettivo quarto posto, “difficile da raggiungere”. La sua profezia, al Mapei è diventato di fatto un presagio.
La Juventus, senza coppe, ha iniziato un nuovo ciclo con l’arrivo di Cristaino Giuntoli, Direttore dell’area tecnica. L’ex ds del Napoli è stato scelto per coniugare risultati e conti societari. La Juventus, nella scorsa sessione trasferimenti, in termini di cartellini ha acquistato solo quelli di Timothy Weah e di Arkadiusz Milik.
In casa Juventus i conti non brillano. Al 30 giugno 2023 la perdita d’esercizio ammonta a circa 110 milioni, male ma meglio di quanto accadeva un anno prima, quando il rosso segnava -238 milioni. A cercare di illustrare lo stato dell’arte, ai microfoni di TvPlay è intervenuto l’esperto di economia, Alessandro Francesco Giudice. “Più o meno le consistenze del bilancio si conoscono, ma il bilancio va letto.
Non è solo un risultato. La Juventus ha un problema di liquidità, non è stato raggiunto l’indicatore di liquidità indicato dalla FIGC”, spiega Giudice. Il riferimento è al parametro che misura la disponibilità in cassa, crediti e debiti certi, nell’arco di 12 mesi. L’indicatore viene calcolato due volte all’anno, al termine delle due sessioni di mercato.
La firma del Corriere dello Sport spiega il perché i bianconeri siano giunti a questa situazione. “Come effetto ci sarà sempre un forte vincolo per il mercato. E’ una società che brucia cassa, con stipendi molto alti. Il mercato è condizionato da questo aspetto”, spiega. In sostanza, la Juventus negli ultimi anni ha speso molto più di quanto incassato, come dimostrano anche i 700 milioni di aumento di capitale effettuato.
Proprio per le difficoltà finanziarie societarie, sono cresciuti i rumors di una possibile cessione del club. “La notizia della vendita del club o dell’ingresso di un nuovo socio è stata seccamente smentita. Se Exor dovesse cedere la Juventus non sarebbe per questioni di liquidità perché è una società estremamente solida”, afferma Giudice.
Secondo l’economista, la società nelle sue scelte deve rendere conto anche ad altri azionisti e fondi di investimento. A livello strategico, spiega ancora, la controllante Exor deve investire una parte del suo capitale nella Juventus, di cui detiene il 68% delle azioni. A coprire i buchi bianconeri ci sono i profitti delle altre società controllate da Exor.
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