La scelta fatta dai familiari di Michael Schumacher appare chiara, anche se allo stesso tempo ha spiazzato alcune persone che vogliono bene all’ex pilota.
Pensare siano già trascorsi dieci anni dall’incidente sugli sci avuto da Michael Schumacher sembra essere quasi impossibile, invece anche in questo caso il tempo sembra scorrere inesorabile. La famiglia dell’ex pilota non ha comunque mai cambiato atteggiamento, consapevole di come non manchino gli speculatori, per questo si è sempre stretta attorno a lui cercando di tutelare il più possibile la sua privacy.
Le notizie che trapelano sulle sue condizioni appaiono davvero pochissime, anche se questa non può che essere la conferma di come sia cambiato davvero poco da quel tragico giorno. Le notizie che trapelano sono tutt’altro che incoraggianti, questo non può fare che male a chi si è esaltato per i tanti successi avuti in pista.
Tutelare la privacy di Michael Schumacher può essere naturale per chi lo ama, soprattutto per evitare che ci possano essere persone che possano diffondere notizie false su di lui. Nonostante questo modo di agire, a volte c’è chi lo ha fatto comunque, incurante di quanto questo possa fare male ai suoi familiari.
Le persone che hanno la possibilità di fargli visita sono davvero pochissime e selezionate con cura, al di là dei parenti più stretti. Tra quelli che desideravano stargli vicino c’è anche un collega che ha condiviso con lui parte della sua esperienza alla Ferrari, ma che ha ricevuto un rifiuto che lo ha amareggiato non poco.
Si tratta di Rubens Barrichello, che aveva fatto questa richiesta già poco tempo dopo l’incidente, ma senza che il suo desiderio venisse esaurito. Mi hanno detto che purtroppo non sarei stato d’aiuto, e che forse sarei stato triste – ha raccontato a ‘Flow Podcast’ -. Ho capito quindi che quello non fosse il momento migliore per entrare nella sua vita”.
I due non hanno mai avuto grandi rapporti quando erano compagni di squadra, soprattutto perché la scuderia ha sempre preferito privilegiare il tedesco, ma quello che è accaduto all’ex collega va volte, per questo avrebbe voluto dimostrargli un sostegno importante: “Ho avuto modo di incontrare la sua famiglia tantissime volte, in queste occasioni offro sempre loro grande sostegno“.
Diventare amici quando si è compagni di squadra non è così scontato, soprattutto perché in quegli anni Barrichello notava come lui venisse trattato diversamente rispetto al collega. “Tante volte facevamo riunioni con il team, poi ne iniziava una solo per Schumacher – ha raccontato –. Ho sempre avuto una grande sintonia con i miei compagni di squdra, con lui invece non c’è mai stato un sostegno. Lui non mi ha mai offerto alcun tipo di aiuto, ma anch’io non gliel’ho mai chiesto. La squadra era tutta per lui, era evidente”.
Nonostante tutto, il brasiliano continua a pensare al tedesco e non può che unirsi a chi spera che la sua situazione possa migliorare. “Ero in California a Capodanno, ero solo con mia moglie e i miei figli – sono state le sue parole -. A loro ho detto di voler recitare una preghiera per Schumi”.
Mio figlio si è stupito per quella scelta, ma io ho spiegato a lui tutto in modo chiaro: “Secondo lui Michael non mi aveva mai trattato bene. Io gli ho detto che quelli erano solo pettegolezzi sulla nostra rivalità” – ha concluso.
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