Norris è maledetto: ora non ci sono più dubbi

Il corridore britannico, Lando Norris, non gode di una statistica da invidiare: anzi, è una vera e propria maledizione.

La McLaren è la scuderia che esce col sorriso più amaro dall’Autodromo Nazionale di Monza. E il motivo è presto detto: dopo aver ottenuto le prime due posizioni con Lando Norris e Oscar Piastri, doveva perlomeno approfittarne per vincere la gara, cosa che invece riuscita a Charles Leclerc tra l’entusiasmo dei tifosi azzurri accorsi a Monza.

La maledizione di Norris
La maledizione di Norris da non dimenticare (Ansa) – Tshot.it

La vittoria del #16 monegasco è una mazzata soprattutto per Norris, tra i piloti più in forma al momento poiché bravo a sfruttare al meglio le potenzialità di una vettura che è andata via via migliorando grazie agli aggiornamenti. Ma la stagione del classe ’99 non è perfetta, o comunque non esente da problematiche di gestione delle gare. Una statistica che lo vede protagonista parla da sola.

Norris e la maledizione delle pole position

Lando Norris sta rispettando le aspettative del Ceo McLaren Zack Brown e del team principal Andrea Stella: sin da quando ha mosso i suoi primi passi in F1 si parla bene del britannico di Bristol, ma prima di quest’anno non aveva nemmeno vinto un Gp. Dal Gp di Miami in poi, il Norris che conoscevamo fino all’anno scorso è diventato uno dei migliori per rendimento, tanto da spaventare un campione come Max Verstappen.

Norris non vince quando conquista la pole
Norris e la maledizione delle pole position (Ansa) – Tshot.it

Indubbiamente, il corridore ha un futuro vincente davanti a se, tanto che molti lo danno per favorito per vincere il prossimo Mondiale 2025. Ma almeno per il momento il suo destino pare essere dietro l’olandese: sono 62 i punti che deve recuperare da Max per tentare di riaprire il discorso campionato. Cosa non impossibile, ma molto difficile considerando che il campione del mondo è un osso duro da affrontare.

Ma va sottolineata un’altra statistica che ridimensiona il fenomeno Norris: ossia la sua incapacità di capitalizzare le occasioni. Difatti, non è mai riuscito a vincere le sette gare in cui è partito primo dopo aver conquistato la pole position: in pratica, le uniche due vittorie in carriera (Miami e Zandvoort, entrambe di quest’anno) le ha ottenute partendo da posizioni arretrate.

Norris insomma c’è e quando è in giornata, alla pari della sua McLaren, pare essere implacabile: al prossimo appuntamento di Baku tutti i riflettori saranno su di lui, ma occhio alla Ferrari che dopo la gioia ritrovata a casa sua non intende mollare la presa.

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