A poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi, Marcell Jacobs ha parlato della sua esperienza dopo il trionfo di Tokyo.
Tanti eventi sportivi sono in programma per la prossima estate. Si comincerà il 14 giugno quando andranno in scena gli Europei di calcio, l’ultima edizione si è consumata nel 2021 e ha visto trionfare l’Italia, e qualche settimana più tardi, esattamente il 26 luglio, torneranno anche le Olimpiadi. Fari già puntati su Marcell Jacobs, messosi in mostra come l’uomo più veloce del mondo durante la scorsa edizione.
Tokyo ha portato bene al velocista, e più in generale ai colori azzurri visto l’Italia ha fatto man bassa di medaglie anche iridate, che sembra avere gran voglia di fare bene anche a Parigi. In questo tempo che è passato da una manifestazione all’altra, Jacobs ha vissuto un percorso fatto di alti e bassi che lo ha portato a fare delle scelte difficili.
Alla fine tutto è andato per il verso giusto e la speranza è che l’atleta italoamericano possa ripetersi o quantomeno confermare di essere uno degli sportivi più forti del mondo. Tutti obiettivi che sembrano rimbombare anche nella testa del quasi trent’enne che ha da poco regalato al mondo una confessione shock.
Jacobs e la paura della medaglia d’oro: il campione ha raccontato la verità
Come è ormai noto da tempo, il centometrista ha deciso di lasciare l’Italia per tornare ad allenarsi negli USA. Questo ha spinto Jacobs non solo a cambiare vita ma a puntare anche su un nuovo staff tecnico. La sua scelta è ricaduta su niente meno che Rana Reider, coach statunitense il cui curriculum parla da sé: sono tanti i campioni che hanno infatti deciso di affidarsi alle sapienti mani di quello che è considerato un vero guro dell’atletica.
Pare la sua collaborazione abbia giovato a Jacobs che in passato ha avuto più di qualche impedimento. Soprattutto professionale visto che, come ha da poco affermato anche l’ultimo centometrista medaglia d’oro, per lui dopo la vittoria non è stato facile allenarsi con il suo ex preparatore. Prima del trasferimento negli USA, il campione olimpico lavorava con Paolo Camossi, lo stesso che avrebbe perso un po’ il controllo della situazione dopo lo storico trionfo del suo assistito.
“Avevo bisogno di qualcuno che non avesse paura di allenare un campione” ha ammesso Jacobs in una recente intervista in proiezione proprio dei suoi prossimi impegni. Insomma, il pubblico è felice che l’atleta abbia fatto la scelta migliore e ora aspetta solo di vedere quali saranno i risultati finali. In ballo c’è una medaglia d’oro da difendere e non sarà di certo una passeggiata.