La FIGC ha recepito le nuove norme sul FFP dettate dalla UEFA che entreranno in vigore a partire da questa stagione e consentiranno alle squadre di accedere alla competizioni europee del prossimo anno
La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha recentemente recepito nel proprio manuale le modifiche apportate alla nuova edizione del UEFA Club Licensing and Financial Sustainability Regulations (Edizione 2023). Queste modifiche costituiscono il “nuovo Fair Play Finanziario”, un insieme di regole introdotte dalla Federazione Calcistica Europea per regolamentare gli aspetti economico-finanziari dei club partecipanti alle sue competizioni.
Secondo una nota ufficiale della FIGC il manuale entrerà in vigore dalla stagione sportiva 2023/2024 e sarà utilizzato per rilasciare le Licenze UEFA necessarie per la partecipazione alle competizioni UEFA della stagione sportiva 2024/2025, compresa la nuova Champions League che adotterà un formato a 36 squadre e a girone unico.
Una delle principali modifiche introdotte riguarda il calcolo delle quote di ammortamento del cartellino di un calciatore. Secondo il nuovo regolamento queste quote devono essere calcolate in modo sistematico in relazione alla durata del contratto originario del calciatore professionista, fino a un massimo di 5 anni.
Questa modifica è stata introdotta per contrastare pratiche contabili discutibili, come quella del Chelsea, che siglava contratti con i calciatori della durata di sette, otto o addirittura dieci anni. Questi contratti lunghi venivano utilizzati per ammortizzare il valore del cartellino su più esercizi. Tale artifizio rischiava di falsare le competizioni visto che altri club come quelli italiani non potevano stipulare contratti con durata superiore ai 5 anni per i loro giocatori.
Plusvalenze, niente paura: ecco come cambiano le licenze UEFA
Un’altra area significativa d’intervento della UEFA riguarda il settore delle “operazioni di scambio di calciatori” e le relative plusvalenze. L’ambito è stato totalmente riscritto facendo riferimento alle norme applicabili nell’ambito degli scambi commerciali internazionali. La novità più significativa riguarda la possibilità di fare plusvalenza attraverso uno scambio di giocatori, possibilità che verrà limitata ampiamente. Infatti, se due o più calciatori vengono trasferiti in direzioni opposte tra le società queste potranno apporre a bilancio come ricavo il valore netto residuo a bilancio del calciatore in questione.
In sostanza non potranno contabilizzare nessuna plusvalenza in quanto il valore di vendita del calciatore verrà considerato pari al residuo costo in bilancio. L’unica eccezione a questa regola potrà avvenire allorché un organo terzo (si pensa possa essere la UEFA stessa) certifichi che il valore del calciatore scambiato sia superiore al costo netto residuo a bilancio. Diverso invece il discorso nel caso in cui oltre allo scambio secco di due calciatori venga inserita anche una parte in denaro. In questo caso la quota di cash che una società verserà all’altra verrà considerata come plusvalenza.