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Preparazione al nuovo anno golfistico


Le feste e le vacanze sono appena concluse ed il clima fantastico, almeno qui a Milano, fa senz’altro già pensare di stare all’aria aperta a giocare a golf (ovviamente, che altro?). Non sappiamo a dire il vero quanto durerà il clima ma ci sono buoni presupposti per pensare ad un inizio stagione golfistica anticipato e non di poco. Progettare la propria stagione golfistica richiede impegno ed occorre tenere a mente alcuni punti fondamentali. Vediamo assieme quali siano.

1° passo: Definire il periodo

Dovreste stabilire il primo giorno utile di allenamento, cercando di essere realistici, ovvero non segnate giorni in cui non siete ancora sicuri di essere disponibili a riprendere a giocare. Diciamo che se dovessi farlo io segnerei come data oggi (9 gennaio), giorno in cui tutto più o meno torna alla normalità. 
Successivamente serve sapere quando finisce il programma, ovvero la data in cui andrete a tirare le somme verificando il raggiungimento degli obiettivi che definiremo nel 2° passo. 
E’ bene anche dividere il periodo ottenuto in 2, il primo è quello dove avrete più tempo per gli interventi tecnici e fisici, il secondo è quello dove sarete più coinvolti nelle gare etc… 
esempio: 

  • inizio 9 gennaio
  • 1° fase dal 9/1 al 15/3: qui i maggiori interventi su swing, allenamento fisico, poco campo all’inizio e un pò di più (fuori gara) verso la fine del periodo
  • 2° fase dal 15/3 al 30/6: principalmente attività agonistica, ed in secondo luogo pratica per mantenimento swing e relativi automatismi
  • fine 30 giugno

 

2° passo: Definire gli obiettivi

Per i più credo che sarà questione di abbassare l’handicap, oppure per i neo-golfisti di passare esame di regole, caccia all’handicap etc… cercate di essere realistici, non ponetevi obiettivi chiaramente irraggiungibili tipo scendere di 5 colpi di hcp sapendo che farete 2-3 gare e basta nel periodo! 
Non siate neanche però troppo timidi e conservativi, infatti serve comunque che gli obiettivi preposti siano di stimolo a seguire il programma e ad impegnarvi seriamente… vi sarete già accorti che nel golf serve impegno e serietà no? 😛 
 
In questa fase un aiuto dal vostro maestro può essere molto utile, in quanto assieme a lui potrete capire meglio che prospettive ci siano
 

3° passo: cosa fare per raggiungere gli obiettivi?

Che il golf sia molto complesso come gioco l’avrete capito, ma diciamo che un aspetto spesso sottovalutato è quello dell’allenamento fisico. Cercate, nel primo periodo, di ritagliare un pò di tempo per migliorare fisicamente in funzione di quanto avete visto nella stagione precedente. 
 
esempi

  • mancanza di lunghezza: allenamenti per potenziamento dei distretti coinvolti nello swing, sempre però stando attenti all’aspetto dell’elasticità!
  • eccessivo affaticamento nel giocare 1: una buona forma di base aiuta a giocare meglio, a sentire meno la fatica e a perdere minore concentrazione lungo le 18 buche… un pò di attività aerobica?
  • eccessivo affaticamento nel giocare 2: forse la posizione da golf non vi è ancora del tutto naturale o problemi posturali legati alla quotidianità vi rendono più goffi? un bel programma di allenamento per tutta la sfera posturale è ciò che fa per voi!

 
Per tutto quanto scritto sopra meglio comunque consultare un esperto di fitness, spiegategli cos’è il golf, o meglio cercate qualcuno che già lo pratica! e mi raccomando non dimenticate di spiegargli il vostro programma gli servirà per definire meglio tempi ed impegni. 
 
L’altro mezzo per raggiungere gli obiettivi è l’allenamento tecnico specifico per il golf
Sarebbe il caso di partire potendo analizzare il vostro rendimento nella passata stagione, magari interpretando le vostre statistiche (che insisto nel dire siano fondamentali). se però non vi siete mai presi la briga di segnarle, potreste affidarvi al vostro maestro, cercando però di guidare voi. 
Mi spiego meglio. 
Per un maestro a volte è difficile indovinare quelli che sono gli obiettivi di un allievo, per evitare inutili malintesi sarebbe meglio che spiegaste al maestro esattamente che cosa vi aspettate da lui e dalle vostre lezioni e quali siano gli obiettivi che volete raggiungere entro quale data. 
 
Nella 1° fase dovreste dividere il periodo in 2 ulteriori step. nel primo c’è posto per i grossi interventi sullo swing, quelli che sono da fare prettamente in campo pratica e che vi obbligano a pensare molto allo swing. Non preoccupatevi se in questo momento la resa dei vostri colpi peggiora, anche sensibilmente. Nel secondo step invece dovrete cercare di “ricomporre” lo swing rendendolo un movimento unico, fluido, ritmato e mecccanico (nel senso dell’automatismo). Nel secondo step dovrete anche lavorare sulla routine, cioè sulla preparazione di ogni singolo colpo che giocherete in campo, fate in modo che la routine sia sempre costante e che vi aiuti a togliere “peso” all’esecuzione dei colpi in modo che sia un valido sostegno in campo per i colpi sotto pressione. Su routine e “riassemblaggio” swing è opportuno lavorare anche in campo, fuori gara, senza però, per il momento contare lo score. 
 

4° passo: Quanto potete impegnarvi?

Quanto potete giocare? quante volte in settimana o nel week-end potete allenarvi? Ovviamente dovete contare anche l’allenamento fisico del 3° passo. Siate obiettivi, inutile programmare molteplici sedute alla settimana se storicamente non riuscite a giocare più di 2-3 volte week-end compresi. 
 
Analizzando questa vostra disponibilità riuscirete anche meglio a definire obiettivi e compiti, infatti se giocate poco, purtroppo, non potete pretendere di rivoluzionare il vostro swing o il vostro gioco!  
 

5° passo: scrivete il vostro calendario

Tante belle parole vero? scriviamole! 
Calendario alla mano, segnate i giorni (nel periodo stabilito) nei quali sarete vi allenerete ed addirittura giorno per giorno segnate anche i dettagli di cosa dovrete fare, per esempio per evitare di ripetere un allenamento sul drive quando era ora di farne uno sul gioco corto… 😛
 
Anche qui l’aiuto del vostro maestro potrebbe essere molto utile, infatti tali schemi lui dovrebbe già averli in testa! 
 
Vi riassumo il tutto facendo un esempio pratico:
 

  • Antonio hcp 18
  • Le statistiche dicono che manca troppi fairways (maledetti slices) e che i recuperi da fuori green sono solo al 10%, cioè 1 volta su 10 riesce a fare approccio e putt e le altre no.
  • Gioca 3-4 volte la settimana, cioè 2 sedute di pratica in settimana in pausa pranzo e 2 mezze giornate nel week-end.

1° passo

inizio 13 gennaio 
 
dal 13 gennaio all’11 febbraio: 

  • fisico: non ha problemi di distanza, ma spesso ha male alla schiena dopo aver praticato-giocato. Sarebbe opportuno lavorare in palestra o a casa per migliorare flessibilità e mobilità con esercizi di stretching. Opportuno farsi consigliare da un fitness trainer. Inserire anche il lavoro sui muscoli posturali, addominali etc… che aiutano nella stabilità dello swing ed anche nel prevenire potenziali stress ai muscoli della schiena ed in zona lombare. Essendo un’attività non in contrasto con lo swing (anzi) sarebbe bene mantenere tali allenamenti per tutto l’anno.
  • golf: lavoro tecnico con il maestro per risolvere il problema di slice sul drive. Verifica tecnica di tutti i colpi del gioco corto, infatti se la resa è così bassa può darsi che alla base ci sia un problema tecnico.

 
dal 12 febbraio al 18 marzo: 

  • golf: all’inizio intensivo allenamento sul gioco corto, prima solo in campo pratica, aiutandosi con l’uso di giochi e trucchetti per rendere più divertente e meno noioso l’allenamento. Successivamente, nel week-end, iniziare a fare alcuni giri di anche sole 9 buche per verificare la resa del gioco corto. In campo pratica ed in campo lo swing va fatto e non pensato. E’ questione di attitudine, se non si inizia a praticare lo swing come movimento unico e fluido non potete aspettarvi che lo sia in campo e tanto meno in gara!

 
dal 19 marzo al 30 giugno: 

  • una gara per week-end, l’altra mezza giornata del week-end sarà destinata alla pratica sul campo, con un giro di 9 buche, magari anche solo su campi executive che tanto aiutano nell’allenare il gioco corto.

 
Obiettivi: dato il periodo e la frequenza di allenamenti Antonio potrebbe porsi come obiettivo di raggiungere al 30 giugno il 14 di hcp. Non solo come diminuzione di colpi di hcp, ma proprio come standard, ovvero mantenere e giocare e stabilmente “solo” 14 colpi in più del par. Il 14 di hcp (anche in qs esempio) non è un numero pescato a caso, ma è il frutto di questo ragionamento: 
“se gioco mediamente 18 con molti drive fuori pista e con scarso recupero attorno al green, basta che io riesca a tirare 2-3 colpi in più in fairway dal tee e che riesca a fare approccio e putt 3-4 volte su 10.” 
 
E così via fino alla stesura del vostro calendario personale di allenamento. 
 
Spero di avervi fatto venire la voglia di progettare i miglioramenti del vostro golf per il 2012! Se avete bisogno di suggerimenti o maggiori spiegazioni su vostri casi specifici potete postare qui sul nostro forum! 

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