Sinner, monta la polemica: così com’è proprio non gli piace. Wimbledon deve ancora iniziare, ma è già il caos più totale.
La parentesi sull’erba è talmente breve che tennisti e tifosi stanno già assaporando cosa accadrà da qui a breve. Impossibile non pensare che il terzo Slam dell’anno, per molti il più affascinante, sia oramai dietro l’angolo. Mancano ancora due settimane all’inizio di Wimbledon, eppure già non si parla d’altro, considerando che tutti muoiono dalla voglia di sapere se Carlos Alcaraz riuscirà a riconfermare il titolo o se Jannik Sinner saprà dargli sufficientemente fastidio da soffiargli il trofeo.
Non tutti stanno attendendo il grande evento con l’entusiasmo che meriterebbe, però. Qualcuno si è lasciato andare, attraverso un tweet, a dei commenti abbastanza polemici sul Major londinese. Questo qualcuno risponde al nome di Yevgeny Kafelnikov, il russo predecessore dell’altoatesino che annovera, tra i tanti traguardi tagliati, la vittoria di due tornei del Grande Slam: vinse il primo, a Parigi, nel 1996, per poi ripetersi tre anni dopo ma, stavolta, all’Australian Open.
L’ex numero 1 del mondo brillava su cemento e terra rossa ma arrancava sull’erba, tanto è vero che il miglior risultato da lui ottenuto all’All England Club sono stati i quarti di finale, centrati nel 1995. Tuttavia, relativamente a Wimbledon, ha avvertito l’esigenza di dire la sua e di dare il via a un dibattito social destinato ad avere parecchi strascichi.
Nel post finito nel mirino, Kafelnikov si rivolge, idealmente ed ironicamente, agli agronomi dello Slam britannico, che avrà inizio il prossimo 1° luglio. La sua frecciata è tuttavia chiaramente indirizzata agli organizzatori dello stesso o, più in generale, a quanti si occupano di preparare i campi in erba in vista del prestigioso appuntamento estivo.
“Quand’è che gli agronomi di Wimbledon riporteranno i campi come erano prima? È giunto il momento, perché noi abbiamo bisogno di vedere di nuovo i giocatori fare serve and volley!”. Questo il post del campione russo, che intende alludere, come facilmente intuibile, al fatto che le modifiche apportate ai campi nel tempo abbiano determinato un inevitabile rallentamento della superficie e stravolto, di fatto, il gioco.
Gli storici prati verdi dell’All England Club erano, un tempo, molto più veloci di quanto non lo siano oggi. Adesso permettono ai giocatori di cimentarsi in scambi lunghi e più scenografici, mentre in passato ciò accadeva davvero di rado. Il serve and volley, almeno a Wimbledon, non esiste quindi praticamente più, motivo che avrebbe spinto Kafelnikov ad invocare un ritorno alle origini e al gioco offensivo.
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